Famiglia GriMat: «100 Paesi per Nicole»
di Rosa di Cagno | 10 Luglio 2025Cosa succede quando viaggiare diventa un modo di crescere insieme? Succede che nasce un sogno. E quel sogno prende la forma di un’avventura, che ha portato Luca Grizzanti e Francesca Mattuzzi – oggi conosciuti su TikTok e Instagram come famiglia GriMat – ad esplorare il mondo un Paese dopo l’altro, insieme alla loro bambina, Nicole.
Lui operaio, lei cameriera. Partiti da Peschiera del Garda con una figlia piccola e un’idea semplice: dimostrare che viaggiare con pochi mezzi è possibile. Raccontano sui social una quotidianità fatta di voli low cost, scuola in valigia, weekend improvvisati e una “mappa da grattare” che si amplia sempre di più. Il loro punto di forza? Nessuna finzione. Solo una famiglia che viaggia e condivide, con uno stile autentico che ha conquistato una community affezionata e sempre più numerosa.
Com’è nato il progetto?
Francesca: L’idea è nata quando Nicole aveva due anni. Il primo viaggio fu a Parigi per portarla a Disneyland, e lì, vedendole brillare gli occhi, ci siamo detti: dobbiamo continuare. All’inizio non c’era l’idea del numero, volevamo solo farle vedere il mondo.
Luca: Poi, studiando i social, ho capito che dare un obiettivo al progetto poteva aiutarlo a crescere.

Se un giorno Nicole vi chiedesse perché avete scelto il mondo come casa, cosa le rispondereste?
F: Le direi che abbiamo scelto di regalarle esperienze, così che quando tornerà con la mente alla sua infanzia, non ricorderà un tablet, ma i fenicotteri in Messico o l’aurora boreale.
L: Le direi che volevamo farle vedere quante versioni della vita esistono. Crescere sapendo che c’è un bambino che vive in una barca, uno in un grattacielo e uno in una capanna cambia il modo in cui guardi il mondo e anche te stessa.
Se il vostro progetto fosse un manifesto, cosa ci sarebbe scritto?
L: Viaggiare con i figli non è un privilegio per ricchi: è un’opzione, se la vuoi davvero. Questo è il messaggio più importante che vogliamo condividere.
F: E che non è il budget a limitarti, ma l’idea che non si possa fare.

Com’è cambiato il vostro modo di stare insieme da quando avete iniziato questo viaggio?
L: Siamo diventati un team: si decide tutto insieme. Anche Nicole ci aiuta a scegliere le mete.
F: Ci siamo dati una regola: quando siamo in viaggio o insieme, niente social davanti a lei. Il nostro tempo è sacro. I contenuti si pubblicano dopo.
Cosa significa davvero “viaggiare low cost” senza rinunciare alla qualità dell’esperienza?
L: Significa smettere di pensare in base alla destinazione e iniziare a pensare in base all’occasione. Aprire il sito dei voli, filtrare in base al prezzo e lasciarti ispirare.
F: E anche imparare ad adattarti: dormire in piccoli appartamenti, fare la spesa locale, scegliere la semplicità.

Avete mai pensato di fermarvi?
F: Mai. Però alterniamo periodi in viaggio e periodi fermi.
L: Fermarci no. Ma rallentare, se necessario, sì. Questo progetto non è una corsa, ma una strada che scegliamo ogni giorno.
Se doveste lasciare una sola eredità a vostra figlia, quale sarebbe?
L: La certezza che può fare scelte diverse. Che non deve per forza comprare casa, aprire un mutuo, vivere in funzione del weekend.
F: Che può costruirsi la sua mappa, letteralmente e metaforicamente. Non vogliamo che segua il nostro esempio, ma che sappia sempre di avere alternative.
C’è un posto che vi fa sentire a casa?
L: A dire il vero, no, non ci sentiamo davvero a casa in nessun luogo. Per noi, casa è semplicemente stare insieme. Non è un posto fisico, ma ciò che condividiamo ogni giorno.


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