Debora Sartori: «Così è nato “Il mio viaggio a New York”»
di Rosa di Cagno | 23 Ottobre 2025Quando nel 2016 Debora Sartori lascia Verona con un biglietto di sola andata per New York, non sa ancora cosa la aspetta. La città che aveva visitato sei anni prima l’aveva conquistata in pochi giorni, ma viverla davvero è un’altra storia. I primi mesi sono una sfida quotidiana. Condivide un piccolo appartamento con altre due persone, impara ad orientarsi tra strade e metrò, affronta la frenesia degli uffici e la velocità con cui tutto si muove intorno a lei. Non ci sono scorciatoie: ogni opportunità va cercata, costruita, conquistata. Ogni giorno porta nuove lezioni. Debora capisce subito che vivere a New York significa adattarsi continuamente: imparare a comunicare in un contesto internazionale, capire il funzionamento di un’azienda, trovare il tempo per crescere senza perdere di vista gli obiettivi. La città è esigente, ma chi sa muoversi con metodo e curiosità può costruire qualcosa di concreto.
Oggi Debora è Operation Manager e responsabile marketing del tour operator “Il mio viaggio a New York” – fondato da Piero Armenti – di cui coordina guide, prodotti e contenuti social, raccontando la città a chi non ci vive davvero. Ad oggi, la pagina conta oltre 570mila follower.

Cosa ti ha spinta a trasferirti a New York?
La prima volta che sono stata a New York, nel 2010, è stato un colpo al cuore: ogni strada, ogni quartiere mi dava la sensazione che quella città fosse diversa da tutto il resto del mondo. Tornata in Italia, non riuscivo a smettere di pensarci. Ci sono voluti sei anni per organizzarmi e trovare il coraggio di fare il salto, ma nel 2016 ho preso un biglietto di sola andata e ho deciso di trasferirmi definitivamente.

Come è nata la tua attività sui social?
Tutto è iniziato durante la pandemia. Con le frontiere chiuse e il turismo fermo, abbiamo dovuto trovare nuovi modi per far conoscere la città e i nostri servizi. Ho deciso di farlo mostrando New York attraverso i miei occhi: ogni giorno registravo video, raccontando la vita della città e piccoli dettagli che normalmente passano inosservati. Il pubblico ha reagito subito bene, perché era un approccio più personale e autentico rispetto ai contenuti tradizionali.

Hai creato un progetto particolare anche in Italia. Di cosa si tratta?
Si chiama “Marry Me Italy” e si occupa di organizzare proposte di matrimonio scenografiche sul Lago di Garda. L’idea nasce a New York, dove questo tipo di servizio è già molto diffuso. Ho notato che in Italia era ancora poco presente, così ho deciso di portare questo concept nella mia città e nel mio territorio. Per me è importante valorizzare il Lago di Garda e offrire alle coppie un’esperienza unica, che resti indelebile nella loro memoria.
Com’è nata invece la tua avventura nel mondo della moda?
Nel 2017 ho creato “But First Wear It”, una pagina dedicata al personal shopping e ai consigli di stile per clienti a New York. È un progetto che nasce dalla mia passione per la moda e dalla convinzione che l’italianità resti sempre sinonimo di qualità e buon gusto, anche oltreoceano.
Che consiglio daresti a chi sogna di vivere e lavorare all’estero?
Direi di essere flessibili e pronti a mettersi in gioco. A New York nulla ti viene regalato: devi crearti le tue opportunità, essere resiliente e avere la mente aperta. È una città che può dare tantissimo, ma richiede coraggio e determinazione. Io sono partita senza competenze e con poche certezze, ma con tanta voglia di fare: oggi posso dire che ne è valsa la pena.


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