Le scuole veronesi sono sempre più vuote (ma non nell’Est)

di Laura Pellegrini | 10 Ottobre 2025

La prima campanella è suonata il 10 settembre per circa 105mila ragazzi veronesi che hanno cominciato il nuovo anno scolastico 2025/26. Gli studenti hanno dovuto affrontare tantissime novità, a partire dal divieto di utilizzo del cellulare in classe fino all’introduzione dell’intelligenza artificiale come strumento di supporto alla didattica.

Ma la principale sfida che le strutture scolastiche devono affrontare è il calo demografico tra classi ridotte, aule vuote e iscrizioni ai minimi storici. Basti pensare che, in tutto il Veneto, si perdono fra i sette e i nove mila alunni all’anno da circa sei anni. 

Verona

I numeri parlano chiaro: solo nel comune di Verona, gli studenti di età compresa tra 0 e 24 anni sono passati da oltre 216mila nel 2020 a circa 211mila nel 2024. Tutto questo si riflette anche sul numero di classi attive nelle scuole e sul numero medio di alunni per classe: nell’ultimo anno scolastico sono state attivate 5.081 classi con una media di 20 studenti per classe.

Le scuole ci sono, ma gli alunni sono sempre meno soprattutto nelle primarie, dove quest’anno mancano 515 studenti, equivalenti a circa una trentina di classi. Anche le scuole secondarie di primo e secondo grado, comunque, registrano cali significativi di iscritti: rispettivamente di 150 e 435 studenti, per un totale di circa 30 classi in meno rispetto agli anni precedenti. Più ridotta la flessione nelle scuole secondarie di primo grado, dove ci sono 150 alunni in meno. Complessivamente i nuovi iscritti nelle classi prime sono 20.872.

Mario Bonini

Il dirigente dell’Educandato statale Agli Angeli di Verona, Mario Bonini, ha notato e descritto un clima piuttosto rilassato tra studenti e genitori in questo inizio di anno scolastico. «Il nuovo anno è iniziato in modo più sereno: i ragazzi hanno voglia di riprendere».

Secondo Bonini, inoltre, il divieto di utilizzo del cellulare in classe rappresenta «una novità importante che però si inserisce in un percorso di educazione all’utilizzo degli strumenti digitali, che le scuole hanno già iniziato da tempo». La circolare ministeriale, infatti, vieta l’utilizzo del cellulare durante le lezioni, a meno che non sia il docente stesso a farsi carico delle responsabilità connesse all’utilizzo dei cellulari per motivi didattici. «I ragazzi hanno accolto con una certa positività questa misura, così come i professori sono molto favorevoli a questa divieto di utilizzo dei cellulari, che sono in qualche modo fonte di distrazione per i ragazzi».

Sebastian Amelio

Istituti comprensivi

A fare il punto sulle strutture scolastiche, sul numero di studenti e insegnanti attivi sul territorio è stato invece il dirigente dell’Ufficio di Ambito Territoriale di Verona Sebastian Amelio, che ha sottolineato come il sistema scolastico veronese sia il più grande del Veneto in termini numerici. Nel comune di Verona si contano complessivamente 240 istituti tra scuole dell’infanzia, primarie, secondarie di primo e secondo grado. «Parliamo di un esercito di docenti e di personale ATA che coinvolge quasi 11.000 persone», ha aggiunto Amelio.

Il calo demografico

I numeri parlano chiaro: solo nel comune di Verona, gli studenti di età compresa tra 0 e 24 anni sono passati da oltre 216mila nel 2020 a circa 211mila nel 2024. Tutto questo si riflette anche sul numero di classi attive nelle scuole e sul numero medio di alunni per classe: nell’ultimo anno scolastico sono state attivate 5.081 classi con una media di 20 studenti per classe.

Le scuole ci sono, ma gli alunni sono sempre meno soprattutto nelle primarie, dove quest’anno mancano 515 studenti, equivalenti a circa una trentina di classi. Anche le scuole secondarie di primo e secondo grado, comunque, registrano cali significativi di iscritti: rispettivamente di 150 e 435 studenti, per un totale di circa 30 classi in meno rispetto agli anni precedenti. Più ridotta la flessione nelle scuole secondarie di primo grado, dove ci sono 150 alunni in meno. Complessivamente i nuovi iscritti nelle classi prime sono 20.872.

Il dirigente dell’Educandato statale Agli Angeli di Verona, Mario Bonini, ha notato e descritto un clima piuttosto rilassato tra studenti e genitori in questo inizio di anno scolastico. «Il nuovo anno è iniziato in modo più sereno: i ragazzi hanno voglia di riprendere».

Secondo Bonini, inoltre, il divieto di utilizzo del cellulare in classe rappresenta «una novità importante che però si inserisce in un percorso di educazione all’utilizzo degli strumenti digitali, che le scuole hanno già iniziato da tempo». La circolare ministeriale, infatti, vieta l’utilizzo del cellulare durante le lezioni, a meno che non sia il docente stesso a farsi carico delle responsabilità connesse all’utilizzo dei cellulari per motivi didattici. «I ragazzi hanno accolto con una certa positività questa misura, così come i professori sono molto favorevoli a questa divieto di utilizzo dei cellulari, che sono in qualche modo fonte di distrazione per i ragazzi».

Istituti comprensivi

A fare il punto sulle strutture scolastiche, sul numero di studenti e insegnanti attivi sul territorio è stato invece il dirigente dell’Ufficio di Ambito Territoriale di Verona Sebastian Amelio, che ha sottolineato come il sistema scolastico veronese sia il più grande del Veneto in termini numerici. Nel comune di Verona si contano complessivamente 240 istituti tra scuole dell’infanzia, primarie, secondarie di primo e secondo grado. «Parliamo di un esercito di docenti e di personale ATA che coinvolge quasi 11.000 persone», ha aggiunto Amelio.

Il caro scuola

Il ritorno a scuola per moltissime famiglie è sinonimo di acquisti e spese: secondo l’Osservatorio Nazionale di Federconsumatori, la spesa complessiva per il corredo scolastico ammonterà a circa 650 euro per ogni studente mentre per i libri di testo si spenderanno circa 537 euro. Il Comune di Verona viene in aiuto alle famiglie con minori disponibilità economiche: fino al 17 ottobre, infatti, si può richiedere il buono libri, riservato alle famiglie con un ISEE pari o inferiore a 10.632,94 euro (prima fascia, contributo di 200 euro) o compreso tra 10.632,95 e 15.748,78 euro (seconda fascia, contributo di 150 euro).

Valpantena & Lessinia

Nella maggior parte dei comuni della Valpantena e della Lessinia, gli studenti tra 0 e 24 anni sono sempre meno, come descritto dai dati ISTAT. In controtendenza c’è solo Grezzana, dove le nascite superano le medie del territorio.

Anna Maria Farina

Le scuole ci sono, ma gli alunni sono sempre meno soprattutto nelle primarie, come ci conferma la dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo di Grezzana, Anna Maria Farina. «Purtroppo, il calo demografico si è fatto sentire e ha provocato una diminuzione delle iscrizioni. Quest’anno gli iscritti del nostro istituto sono, in totale, 593. Nell’anno scolastico 2021/2022 gli iscritti erano 707 ed esisteva ancora il plesso di Azzago che poi è stato chiuso». Per fronteggiare questa situazione, l’amministrazione comunale ha voluto creare un polo unico, attualmente in costruzione, che a partire dal prossimo anno accoglierà tutti gli alunni della primaria oggi distribuiti nei tre plessi di Grezzana, Stallavena e Lugo.

Alessio Perpolli

All’Istituto Comprensivo di Bosco Chiesanuova, invece, si respira un’aria diversa, come spiega il dirigente Alessio Perpolli: «Negli ultimi 4-5 anni, sempre più famiglie hanno deciso di trasferirsi in montagna dalla pianura o dalla città alla ricerca di una qualità della vita e ambientale migliore. Non sono numeri enormi, ma sono quei numeri che magari ci permettono di sdoppiare le classi, di avere le classi anche dove magari potremmo avere un calo più importante».

Per fronteggiare il calo demografico che parte inevitabilmente dalla scuola dell’infanzia, «da alcuni anni a questa parte accogliamo bambini fin dai 24 mesi: è una deroga che hanno le scuole dell’infanzia in territorio montano, ed è una bellissima sfida che stiamo affrontando come docenti e come scuola, felici di dare un servizio in più a questo territorio».

Sebbene il numero di alunni in età scolastica sia in calo, tra la Valpantena e la Lessinia ci sono 95 scuole dell’infanzia, 78 scuole primarie, 37 scuole medie e 54 scuole superiori.

L’offerta formativa del territorio rimane altamente attrattiva per le famiglie e molto stimolante anche per i ragazzi. Negli istituti di Grezzana sono attive numerose iniziative curricolari ed extracurricolari per i ragazzi:

«Quest’anno partiranno i moduli di “Agenda Nord”, progetto finanziato dall’Unione Europea, dedicati agli alunni della primaria con approfondimenti in italiano, matematica ed inglese».  E sempre a partire da quest’anno prenderà il via il progetto di educazione alla Legalità “Capaci di crescere”, finanziato dalla Regione Veneto e in parte dal Comune di Grezzana, che darà la possibilità, ai ragazzi delle classi terze della secondaria, di approfondire i temi della mafia e dell’antimafia e di recarsi a Torino presso la sede del gruppo Abele. Proseguiranno il progetto legato all’affettività e i laboratori dedicati al riciclo creativo, alla robotica, all’astronomia, alla coltivazione degli orti, al teatro e ai cortometraggi.

Anche nelle scuole dell’Istituto Comprensivo di Bosco Chiesanuova non mancheranno le opportunità di crescita per i ragazzi, grazie alle numerose iniziative legate all’utilizzo delle nuove tecnologie, allo sport, a progetti europei, e a tutta la parte artistico-musicale, pittura e scultura.

Una partenza, quella dell’anno scolastico 2025/26 che non ha destato problemi o difficoltà, almeno per quanto riguarda la Lessinia, dove – conclude Perpolli – si vogliono mantenere aperte «le piccole scuole di montagna, dove poter offrire opportunità innovative al massimo delle nostre capacità, proprio perché i nostri ragazzi possano contare su servizi di alta qualità».

L’Est Veronese

Nella maggior parte dei comuni dell’Est veronese, però, il numero di studenti di queste età è mediamente più alto rispetto alla città, come descritto dai dati ISTAT. San Bonifacio, San Martino Buon Albergo e Zevio sono i comuni nei quali si registra il maggior numero di nascite degli ultimi anni. A confermarlo è proprio il dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di San Martino Buon Albergo, Sergio Cavarzere: «La zona è in controtendenza rispetto ad altre realtà anche vicine. I residenti sono tuttora in aumento e l’afflusso costante di nuove famiglie rende la popolazione scolastica stabile, pur con alcune flessioni in certe annualità».

Istituti comprensivi

Nel comune di Verona si contano complessivamente 240 istituti di tutti gli ordini e i gradi. Nell’Est veronese, limitatamente ai comuni considerati, ci sono 27 scuole dell’infanzia, 14 scuole primarie, 8 scuole secondarie di primo grado e 8 scuole secondarie di secondo grado.

Le scuole quindi non mancano e, in questo caso, nemmeno gli studenti. «A titolo di esempio – prosegue Cavarzere –, nell’anno scolastico 2020/21 le classi prime della scuola primaria erano otto e ad oggi sono sette. Il numero di alunni nello stesso periodo, però, è aumentato da 765 a 789. Le classi prime della scuola secondaria di I grado, invece, sono sei esattamente come lo erano cinque anni fa».

L’unica nota da sottolineare riguarda la scuola dell’infanzia, dove si registra una flessione di iscritti negli ultimi anni: «Nell’anno scolastico 2020/21 c’erano 282 alunni in 12 sezioni, mentre attualmente ce ne sono 235 iscritti in 11 sezioni». La diminuzione potrebbe essere compensata dal fatto che sul territorio sono presenti altre 3 scuole dell’infanzia paritarie, che offrono un servizio più ampio e flessibile in termini di orari di apertura e chiusura, adattandosi alle esigenze dei genitori.

Le previsioni

L’inverno demografico, il calo delle nascite e l’invecchiamento progressivo della popolazione sono dei fenomeni ormai noti. Mentre per l’area metropolitana il calo delle nascite e degli studenti risulta più evidente, per i comuni dell’Est veronese il problema potrebbe essere il contrario.

Come spiega il dirigente dell’IC di San Martino, «la situazione sta diventando difficile in più di un plesso a causa del sovraffollamento e della carenza di spazi che possano rispondere alle nuove modalità di insegnamento che richiedono l’uso di ambienti laboratoriali diversi dalla classica lezione frontale». Nonostante la grande richiesta, anche quest’anno l’anno scolastico è iniziato regolarmente e l’istituto ha potuto contare sulla presenza di tutti i docenti sin dai primi giorni, offrendo la possibilità di attivare, a partire dal quarto giorno, l’orario definitivo di lezione. «La carenza di spazi – conclude il dirigente – non impedisce all’Istituto di fornire un servizio adeguato al territorio come è dimostrato anche dai risultati delle prove standardizzate dell’INVALSI e dalle numerose iniziative che i docenti riescono a proporre ai ragazzi».