Dalla chikungunya al botulino: il punto con Giovanni Cattoli

di Claudio Capitini | 9 Ottobre 2025

Un’estate segnata da West Nile, dengue e chikungunya, a cui si è aggiunto l’allarme botulino, ha riportato al centro il tema della prevenzione delle malattie trasmesse da insetti e della sicurezza alimentare. Nella puntata inaugurale di Verona Salute del 30 settembre, Claudio Capitini ha intervistato Giovanni Cattoli, direttore sanitario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), l’ente pubblico di riferimento in Veneto per controllo, ricerca e servizi su salute animale, rischi alimentari e zoonosi.

Nel corso dell’intervista, Capitini e Cattoli hanno delineato un quadro completo della situazione, analizzando cause, conseguenze e strategie di prevenzione legate a queste emergenze sanitarie.

West nile, dengue e chikungunya: casi autoctoni in aumento

Il direttore Giovanni Cattoli ha aperto l’intervista delineando le cause dell’aumento dei casi registrati in Italia. Malattie un tempo considerate esotiche, come west nile, dengue e chikungunya, sono ormai una realtà anche nel nostro Paese. «Non siamo in una fase di emergenza secondo l’OMS – precisa Cattoli – ma sono patogeni di cui dobbiamo occuparci, perché ormai presenti stabilmente nel nostro territorio».

Il direttore lega la diffusione al cambiamento climatico: «È un fenomeno innegabile: inverni miti, estati sempre più lunghe ed eventi estremi favoriscono la proliferazione delle zanzare e l’espansione dei loro areali».

Accanto ai casi importati, aumentano quelli autoctoni. «Il West Nile è ormai assodato – spiega – mentre per chikungunya e dengue basta che una persona rientri da Paesi endemici e venga punta da una zanzara tigre per innescare la catena di trasmissione».

Veneto in prima linea contro le malattie da zanzare

Sul fronte della prevenzione, il direttore Giovanni Cattoli ha ricordato come il Veneto abbia predisposto strumenti specifici: «Abbiamo un piano nazionale e regionale delle arbovirosi, con una risposta rapida che coinvolge sanità pubblica, servizi veterinari e il nostro Istituto per la sorveglianza entomologica».

Le arbovirosi sono malattie virali trasmesse da artropodi ematofagi, in particolare zanzare e zecche.

«Abbiamo visto anche quest’estate casi autoctoni. Ma ci stiamo preparando – sottolinea Cattoli – Forse la Regione Veneto è tra le più avanti in questo: a livello nazionale esiste un Piano delle arbovirosi, tradotto in Veneto in un piano regionale e in un piano di risposta rapida per la gestione dei casi autoctoni».

Università e istituti insieme per condividere i dati sui virus

Durante l’intervista, Claudio Capitini ha sollevato il tema della necessità di una rete nazionale per la condivisione dei dati. Cattoli ha chiarito che il percorso è già avviato: «In realtà ci stiamo riuscendo. È in corso la formazione di un network che coinvolge numerose università italiane, con l’Università di Padova capofila, grazie al progetto InFact, finanziato dal PNRR».

Il progetto ha l’obiettivo di studiare le arbovirosi e creare un sistema di condivisione dei dati su virus e vettori mettendo in rete istituti zooprofilattici e centri di ricerca a livello nazionale.

Vaccinazioni per categorie a rischio, resta centrale la prevenzione

La conversazione si è poi spostata sul tema dei vaccini, dopo la sospensione da parte della Food and Drug Administration (FDA) di un vaccino anti-chikungunya per la comparsa di effetti collaterali.

«Le misure di profilassi – spiega Cattoli – sono quelle valide per tutte le malattie trasmesse da vettori: utilizzare repellenti, indossare abiti che coprano le parti esposte e ridurre al minimo le punture di zanzara».Quanto alla vaccinazione, «non è consigliata per la popolazione generale, ma solo per categorie a rischio specifiche. La decisione dell’FDA è un esempio di come le scelte debbano basarsi su evidenze scientifiche e farmacovigilanza. Esistono alternative vaccinali senza gli stessi effetti collaterali».

Botulino, Italia tra i Paesi più colpiti in Europa

La conversazione è passata al tema del botulino, una tossina molto pericolosa prodotta da un batterio che può contaminare gli alimenti. «Bastano piccolissime quantità per causare sintomi gravi o la morte. In Italia registriamo 30-40 casi all’anno, tra le incidenze più alte in Europa», ha spiegato Cattoli.

Il rischio riguarda soprattutto le conserve casalinghe preparate senza le giuste precauzioni. «Il botulino si sviluppa per una conservazione errata dei cibi: servono igiene, corretta refrigerazione e parametri adeguati di acidità, sale e zuccheri». Linee guida pratiche sono disponibili sui siti dell’IZSVe e dell’Istituto Superiore di Sanità.

Tracciabilità alimentare, garanzia indispensabile di sicurezza

 Sul tema della tracciabilità, Cattoli è netto: «Non è un problema, è una necessità. Per garantire la sicurezza alimentare bisogna conoscere l’intero ciclo di vita degli alimenti, dall’origine fino alla tavola». Una sfida resa più complessa da filiere lunghe e globali, che richiedono costante impegno delle autorità sanitarie e di controllo.

Sicurezza alimentare e guerra in Ucraina

Infine, il direttore ha ricordato l’impatto della guerra in Ucraina: «Si parla di food security, cioè disponibilità di cibo, e di food safety, cioè sicurezza sanitaria degli alimenti. La guerra mette a rischio entrambe». Per questo, ha sottolineato, serve una sorveglianza internazionale ancora più attenta.

Il programma Verona Salute, in onda ogni martedì alle 21 su tutti i canali di Radio Adige, esplora temi di salute, medicina e ricerca scientifica, con il contributo di esperti e professionisti del settore, come il direttore Cattoli.

Verona Salute sarà disponibile su tutti i canali del Gruppo Verona Network: in diretta sul sito www.radioadige.tv, sul canale 86 DTT, sul canale 19 DTT (con funzione HBB TV) e sull’app Radio Adige TV per dispositivi Android e iOS. La trasmissione sarà inoltre riproposta sul canale YouTube di Verona Network e disponibile on demand sul sito www.radioadige.tv.