Università di Verona, la Sanità del futuro
di Redazione | 7 Maggio 2025È un progetto di ampio respiro quello che l’università di Verona ha intrapreso in questi anni per far evolvere la formazione e la ricerca in ambito medico grazie a innovazione tecnica e organizzativa con l’obiettivo di aumentare i livelli di efficienza, qualità e sicurezza dei percorsi di cura dei pazienti. Frutto di scelte e progetti condivisi anche con le organizzazioni sanitarie del territorio e con il sistema sanitario regionale, il modello di sanità proposto dal magnifico rettore Pier Francesco Nocini, alla guida dell’ateneo dal 2019, rappresenta una via nuova per la medicina del futuro, una medicina sempre più precisa e personalizzata grazie anche all’impiego delle tecnologie.
«L’obiettivo che ci siamo posti in questi anni del mio mandato con gli importanti investimenti fatti nella didattica e nella ricerca – spiega Nocini – è quello di guardare all’innovazione della chirurgia con l’ausilio della robotica e dell’ingegneria dei sistemi medicali. La chirurgia robotica rappresenta, infatti, un’importante evoluzione verso una chirurgia sempre meno invasiva perché porta notevoli benefici al paziente nella fase post-operatoria e benefici economici perché accorcia le degenze. Il suo ruolo è ormai consolidato nella chirurgia oncologica dove la chirurgia mini-invasiva ha dimostrato numerosi vantaggi rispetto alla chirurgia tradizionale, con una riduzione delle complicanze e una miglior preservazione della qualità di vita dei pazienti a parità di risultati oncologici».

In questo ambito l’urologia è da considerare apripista e punto di riferimento e Verona, in particolare, ha consolidato un’esperienza più che decennale di impiego della robotica per tutti gli interventi urologici più complessi. Come l’urologia, oggi tutte le chirurgie specialistiche dell’Aoui di Verona – azienda ad altissima vocazione chirurgica con uno dei blocchi operatori più grandi d’Europa – si avvalgono dell’impiego dei robot chirurgici: la chirurgia ginecologia, quella oncologica dell’apparato digerente, quella pancreatica ed epatobiliare, quella otorinolaringoiatrica e, più di recente, quella del polmone possono vantare importanti ricadute positive sul trattamento chirurgico oncologico.
«Le discipline chirurgiche rappresentano una frontiera dell’innovazione tecnico-scientifica in medicina – sottolinea il magnifico rettore Nocini -. Grazie all’integrazione con l’azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, in questi anni abbiamo formato nuove generazioni di professioniste e professionisti dell’area chirurgica generale e specialistica. Anche grazie a questa evoluzione è nata una peculiare attività dell’Aoui, che ha mantenuto una media di quasi 40 mila interventi chirurgici l’anno, ed è stato avviato un progetto di ricerca congiunto con l’Ateneo sulla valutazione dell’innovazione nell’ambito della chirurgia robotica». Tutti questi casi clinici, a partire dall’aprile 2023 rientrano nella prima comparazione internazionale avviata in Aoui in collaborazione con l’ateneo scaligero. Da questa data, infatti, nelle sale operatorie del Polo Confortini e dell’Ospedale G. B. Rossi di Borga Roma è in corso la comparazione delle tre piattaforme robotiche disponibili sul mercato finora mai utilizzate in contemporanea nella stessa struttura ospedaliera. Le macchine Da Vinci (Intuitive surgical), Hugo (Medtronic) e Versius (CMR surgical) sono utilizzate da chirurghi di altissima esperienza e dalle équipe specializzate che stanno misurando le performance dei tre robot per valutare efficienza, maneggevolezza e efficacia clinico-funzionale delle tre diverse tecnologie. I risultati di questo studio comparativo, coordinato da Simone Giacopuzzi, responsabile della Chirurgia laparoscopica e robotica del tratto esofageo superiore e referente del rettore allo Sviluppo della tecnologia robotica in area medica in collaborazione con Alessandro Antonelli, direttore dell’Urologia di Verona, forniranno dati ed evidenze cliniche alle aziende sanitarie mondiali.
Ricerca e clinica non possono prescindere da una formazione di qualità. Per questo a Verona è stato attivato il Dimi, dipartimento di Ingegneria per la medicina di innovazione e sono nati i corsi di laurea triennali in Ingegneria dei sistemi robotici e intelligenti, la laurea in Ingegneria dei sistemi medicali per la persona interateneo con Trento e Modena Reggio e la laurea magistrale in Computer Engineering for Intelligent Systems. Fiore all’occhiello della nuova proposta formativa in ambito sanitario è il corso di laurea in Medicina e chirurgia nato grazie alla collaborazione con l’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar.
«Verona è stata tra le prime università italiane ad avviare un secondo corso di laurea in Medicina e Chirurgia – aggiunge Nocini -. Abbiamo voluto avviare questo nuovo percorso per dare una risposta concreta a un’importante diminuzione del numero di medici che nei prossimi anni saranno inseriti all’interno del Servizio sanitario regionale e nazionale. Figure fondamentali in un Paese con una popolazione sempre più anziana e bisognosa di cure. Il nuovo percorso è anche la risposta all’esigenza di una formazione specialistica, a indirizzo tecnologico, di cui il SSN ha bisogno e che le nostre giovani e i nostri giovani chiedono per essere in grado di utilizzare anche strumenti quali spirometri o ecografi per fare diagnosi e prescrivere terapie una volta usciti dal percorso formativo. Questi medici saranno capaci di valutare, in tempi più brevi e in autonomia, la patologia del paziente e prescrivere la corretta terapia, evitando che le liste di attesa degli esami specialistici continuino ad allungarsi, ed evitando anche il ricorso al Pronto soccorso come unica soluzione possibile nell’immediato».


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