Federico Cossato, fuori dagli schemi

di Rosa di Cagno | 21 Marzo 2025

La storia di Federico Cossato sembra uscita direttamente da un film on the road, un po’ Into the Wild, un po’ Nomadland: il protagonista che lascia un’esistenza convenzionale per abbracciare l’incertezza e la libertà del viaggio. Veronese, 52 anni, ex calciatore con oltre quindici anni di esperienza nel ChievoVerona, Cossato ha deciso di cambiare vita sette mesi fa. Ha lasciato tutto, caricato il necessario su un camper e si è messo in viaggio. Oggi la sua quotidianità è fatta di strade polverose, incontri inaspettati e tramonti su scogliere. La frenesia della società moderna non gli appartiene più. Con lui c’è la sua cagnolina Bonnie, che condivide ogni chilometro di questo viaggio. Un racconto di libertà e scelte coraggiose, che ci ricorda che il vero viaggio è quello dentro di noi.

Cosa ti ha spinto a fare una scelta così radicale dopo una carriera nel calcio e una vita stabile?

Sette mesi fa ho avuto un incidente in bici e mi sono rotto la spalla. Fino ad allora, dopo aver smesso di giocare, non avevo mai avuto un lavoro fisso, anche se possiedo la Booking Golf, una società di prenotazioni online che però non ho mai seguito direttamente. Ho sempre preferito una vita senza costrizioni, immerso nella natura, tra Dolomiti, bicicletta e trekking. Dopo l’incidente, ho capito che non volevo più stare fermo. Ho parlato con le mie figlie e la più piccola mi ha detto: “Papà, fallo!”. Il giorno dopo ero già in concessionaria a comprare un camper.

Una scelta impulsiva, ma il passaggio da una casa a un camper dev’essere stato difficile…

All’inizio è stato uno shock: da spazi ampi e comodi a pochi metri quadrati. Ho preso la nave da Genova a Barcellona e, una volta in Spagna, mi sono sentito spaesato. Ma più mi allontanavo, più le persone venivano a cercarmi, e questo mi ha fatto riflettere.

Tra tutti gli incontri che hai fatto, ce n’è uno che ti ha davvero colpito?

In Portogallo, mentre parlavo al telefono fuori dal camper, una coppia mi ha sentito parlare italiano. Abbiamo chiacchierato e scambiato contatti. Più tardi, tornando al camper, ho trovato una bottiglia con un biglietto: il ragazzo produceva succhi di mela e voleva farmi provare il suo prodotto. Piccole cose che ti fanno sentire parte di una comunità anche lontano da casa.

Hai detto che più ti allontanavi, più le persone ti cercavano. Cosa intendi?

Io non sono come molti camperisti che cercano compagnia e aree affollate; preferisco la solitudine e la natura incontaminata. Ma succede qualcosa di strano: più ti isoli, più attiri le persone. Ti vedono diverso, percepiscono un’energia particolare. Molti viaggiatori mi dicono che emano un’aura positiva, ed è incredibile vedere quanto la libertà possa attrarre.

Si può dire che la tua scelta non sia solo un modo per viaggiare, ma un vero e proprio stile di vita?

Assolutamente. Dico sempre che sono in questo mondo, ma non ne faccio parte. Ho sempre sentito di appartenere ad una realtà parallela, e ora, viaggiando, mi sembra di esserci davvero entrato. Prima non ne ero consapevole, ma ora accadono cose che non avrei mai immaginato e tutto sembra avere un significato più profondo.

C’è mai stato un momento in cui hai pensato di tornare indietro?

Mai. Ci sono momenti difficili – la solitudine, l’adattamento, la mancanza di stabilità – ma la libertà che ho ora vale ogni sacrificio. In questo viaggio incontro persone autentiche, cosa che nel mondo “normale” non ho mai trovato. Lì vedevo solo invidia, gelosie, opportunismo, persone ossessionate dai soldi. Una mentalità che non capirò mai.

E rispetto alla partenza, all’inizio del viaggio, quali sono state le difficoltà più grandi?

Devo essere sincero, da quando mi sono separato ho imparato a cavarmela da solo. So farmi da mangiare, so gestire la casa, so cosa vuol dire dormire da solo. E questo mi ha aiutato. Però all’inizio c’è stata un po’ di paura. Quando sono arrivato a Barcellona, mi sono chiesto: “E adesso dove vado? Dove dormo?”. Non avevo un itinerario preciso, ma ho sempre seguito il mio istinto.

È cambiato anche il modo di rapportarti con gli altri?

Sì, prima seguivo certi schemi, ora capisco che la semplicità dei rapporti è tutto. Viaggiando incontri persone senza pregiudizi e scopri storie incredibili. Quando sei fermo, si vive di apparenze e ruoli. Ho imparato a dare più valore all’essere che all’apparire.

Come vivi la solitudine?

La solitudine è stata una scoperta incredibile. Non sono mai solo, perché ho sempre me stesso. Stare con te stesso ti permette di capire chi sei davvero, senza distrazioni. Mi piace incontrare persone, ma non ho più bisogno di esserne circondato per sentirmi bene.

Credi che i social abbiano cambiato il nostro modo di vivere e percepire la realtà?

Assolutamente sì. Oggi le persone vivono per mostrare, non per vivere. A Porto, vedevo gente scattare foto continuamente, cercando l’angolazione perfetta, ma nessuno si fermava a guardare davvero l’oceano. Mi chiedo: lo vedono davvero o lo usano solo come sfondo per Instagram? Io non voglio vivere così. Voglio guardare con i miei occhi, non attraverso uno schermo.

E il tuo rapporto con la tecnologia in generale? Ti manca qualcosa della “vita connessa”?

No, zero. Prima sentivo il bisogno di stare sempre aggiornato, ma ora non mi interessa. Mi sono reso conto che molte cose di cui ci preoccupiamo non servono a niente. Ora mi sveglio e mi chiedo: dove vado oggi? Dove dormo stanotte? Cosa mangio? Sono cose semplici, essenziali. Tutto il resto è solo rumore. Il telefono lo uso quando serve, ma non sono più schiavo dello scroll infinito.

Che cos’è per te la ricchezza? 

È avere meno, ma essere più libero. Viaggiare ti cambia, ti rende più sveglio e capace di affrontare la vita diversamente. Lo dico sempre anche alle mie figlie: viaggiate. Chi viaggia ha un altro passo, vede il mondo con occhi diversi.

E guardando al futuro, quali orizzonti hai già in mente?

Tra due mesi parto per Lanzarote, ho già prenotato due navi e arriverò il 3 o 4 maggio. Voglio stare su una scogliera, guardare l’oceano, senza pensieri. Poi magari mi sposto, ci sono molte isole vicine, ma per ora Lanzarote mi sembra il posto giusto. Sono anche fortunato, a livello economico non ho problemi, e se un posto non mi piace, posso andarmene. Penso di aver fatto una buona scelta, è il posto perfetto per me: natura, bicicletta, surf… tutto ciò che amo.