Giulia Tosi, la bellezza dell’unicità 

di Rosa di Cagno | 14 Gennaio 2025

Giulia Tosi, veronese laureata in Storia dell’Arte, ha saputo unire la sua formazione accademica con la passione per l’artigianato e l’illustrazione. Il suo progetto, Insunsit, prende il nome dal dialetto mantovano e significa “in nessun luogo”, evocando un’immagine di sospensione tra realtà e creatività. Giulia spiega che per lei questa parola esprime il concetto di “un po’ dappertutto, un po’ da nessuna parte” e apprezza la sua ambiguità, che rispecchia perfettamente la sua visione artistica.

Quali sono state le tue prime creazioni?

Le mie prime creazioni sono state delle spille in legno, che realizzo ancora oggi. All’inizio disegnavo soprattutto uccellini, anche se ora questi soggetti non sono più nel catalogo. Il processo è tutto artigianale, all’inizio incido i disegni per creare timbri, poi li trasferisco sul legno per ritagliarne le forme, le carteggio, le dipingo a mano e, in ultimo, le assemblo. È un tipo di lavoro che mi ha appassionato sin dall’inizio, perché unisce diverse tecniche che amo utilizzare e mi dà modo di sperimentarle tutte insieme.

A tuo parere, in questo momento storico l’handmade sta vivendo un periodo di rinnovato interesse?

La situazione economica attuale non favorisce l’acquisto di oggetti non essenziali e molte persone si orientano verso lo shopping online, privilegiando le grandi catene. Il mio laboratorio è in centro a Verona, ma negli ultimi anni molte attività hanno chiuso, anche a causa degli alti costi degli affitti. Sebbene non lavori molto online, so che molti artigiani si orientano verso questa modalità per ridurre i costi. Dal punto di vista economico non è facile, ma noto un rinnovato interesse per le tecniche artigianali, come cucito, ricamo e uncinetto, un trend già diffuso nei Paesi anglosassoni e ora in crescita anche da noi. Si sta anche superando l’idea che queste tecniche siano solo femminili, un aspetto che considero positivo.

Da dove nasce l’ispirazione per i tuoi lavori?

Per molti anni mi sono dedicata alla botanica, studiando piante e il mondo naturale. Negli ultimi anni, da quando ho avviato questa attività a Verona, la mia ricerca si è ampliata, includendo nuovi soggetti e osservando con maggiore attenzione ciò che mi circonda. Mi piace anche scoprire espressioni dialettali poco conosciute e trasformarle in disegni. Integro spesso le mie radici veronesi nei miei lavori, anche attraverso l’uso di colori legati alle tradizioni locali. Le mie principali reference grafiche provengono da opere che arrivano fino alla seconda metà del Novecento, un continuo dialogo con il passato che arricchisce il mio processo creativo.

Pensi che il tuo approccio, lontano dalle produzioni standardizzate, possa dare un valore artistico e autentico al lavoro?

Ci penso spesso, e nel tempo le risposte cambiano. Il mio lavoro si concentra sull’intrattenimento, creando cose piacevoli e divertenti. Il feedback positivo che ricevo mi motiva a superare i momenti difficili, ed è gratificante vedere che le persone apprezzano ciò che faccio. Sebbene non mi definisca un’artista, nel mio lavoro cerco di esprimere una parte di me, facendo ciò che mi piace. In un’era in cui l’intelligenza artificiale può sostituire molti lavori, la manualità e l’artigianato sono ancora unici e insostituibili.