Sandro Daldosso e Alfonso Tinazzi: cuori che non dimenticano
di Franca Conti | 27 Settembre 2025Due personalità della Lessinia, amate e apprezzate, se ne sono andate. Sandro Daldosso e Alfonso Tinazzi “El Barba” hanno lasciato un vuoto nella comunità.
Il ricordo di Sandro, una luce discreta che non si spegne
Sandro Daldosso ci ha lasciati dopo sette mesi di malattia vissuti con una forza silenziosa e una dignità che hanno commosso chiunque gli fosse accanto. Uomo riservato, ha saputo però farsi amare da tutti grazie al suo rispetto profondo per le persone e al suo impegno costante nel volontariato, sempre mosso da un amore disinteressato.

Al suo fianco, per cinquant’anni, la moglie Mariella: insieme hanno condiviso non solo la vita familiare, ma anche un lungo cammino di servizio. Dal Circolo Anziani alle gite al mare con i meno giovani del paese, dai pellegrinaggi a Medjugorie alle attività della Casa di Nazareth, Sandro e Mariella hanno seminato comunità, amicizia e speranza.
Tutti lo chiamavano affettuosamente “zio Sandro”, perché la sua presenza sapeva trasmettere fiducia e serenità. E oggi Mariella, che lo sente ancora accanto, confida: «Mi manca, ma mi ha lasciato una pace e una serenità grandissime, che sono il frutto del percorso spirituale e dell’amore per il sociale che abbiamo vissuto insieme».
El Barba: lavoratore, sportivo e custode delle radici cimbre
Alfonso Tinazzi, per tutti “El Barba”, se n’è andato poche settimane fa lasciando un vuoto profondo in chi lo ha conosciuto.

Uomo cimbro autentico, riservato e di poche parole, ha sempre creduto nei suoi progetti, lavorando con tenacia e affrontando la vita con ottimismo. La moglie Edda lo ricorda così: «Un uomo tenace, che non si lamentava mai, sempre felice ed ottimista». Grande sportivo, ha praticato sci di fondo e ciclismo fin da giovane, diventando poi il tifoso numero uno degli atleti di Bosco Chiesanuova, che seguiva ovunque con entusiasmo.
Negli ultimi anni si era dedicato ai lavori artigianali del legno, impagliava sedie e amava indossare gli abiti cimbri cuciti con cura dalla moglie. Con orgoglio portava nel mondo la voce di Bosco e dei suoi sciatori fondisti. Legatissimo alla sua famiglia, adorava i nipoti, con un legame speciale con l’ultimo nato; a tutti ha lasciato un’eredità di amore e passione. Per i figli, per i ragazzi dello Sci Club e per tutti quelli che hanno condiviso il suo cammino, rimarrà l’esempio di un uomo generoso e capace di far crescere i sogni.


In Evidenza
Giuseppe Imperadore: «Il disagio psichiatrico cresce, soprattutto tra i giovani»

I bigoli de “I Morosetti” vincono la puntata veronese di Foodish

Scuole e carcere insieme per un nuovo percorso riabilitativo

Giuseppe Galderisi: «A Verona ho trovato l’America»

ActionAid e Quid insieme per un Natale di inclusione e moda sostenibile

Fondazione Telethon: anche a Verona torna la campagna di Natale

A Verona torna il Pranzo di Natale Solidale di Croce Bianca

“In farmacia per i bambini”: Verona prima in Veneto per solidarietà

Dick Van Dyke compie 100 anni: un tuffo nella vita del romantico “spazzacamino”

