Gli “Hibakujumoku”, la memoria verde di Hiroshima che vive anche a Verona

di Redazione | 6 Agosto 2025

Sono passati ottant’anni da quel 6 agosto 1945, data spartiacque per la storia dell’umanità, quando le bombe atomiche devastarono le cittadine giapponesi di Hiroshima e Nagasaki.

Per far sì che il ricordo delle vittime restasse vivo, nacque l’associazione giapponese Nihon Hidankyo, formata dagli Hibakusha – i sopravvissuti ai bombardamenti nucleari – che hanno trasformato la propria sofferenza in un instancabile impegno educativo contro gli armamenti atomici. Nel 2024 la loro opera è stata insignita del Premio Nobel per la Pace, consegnato lo scorso dicembre a Oslo.

Con l’inesorabile passare del tempo, però, è evidente che gli Hibakusha in grado di testimoniare in prima persona quanto accadde 80 anni fa, saranno sempre meno, così come sta accadendo per tutti i reduci della Seconda guerra mondiale e per i sopravvissuti alle deportazioni. Per questo, mentre alcuni giovani hanno già deciso di raccogliere il testimone, il Giappone ha deciso che la memoria sarà trasmessa da alcuni testimoni d’eccezione, gli alberi: gli Hibakujumoku.

Il termine – nato dall’unione di hibaku (被爆, “colpito da radiazione nucleare”) e jumoku (樹木, “albero”) – indica le piante che si trovavano entro un raggio di due chilometri dall’epicentro dell’esplosione e sono sopravvissute o rispuntate dalle stesse radici. Veri e propri simboli di resilienza, questi alberi dimostrano che la vita può rinascere anche dove la scienza dell’epoca prevedeva decenni di desolazione.

Oggi si contano circa 160 Hibakujumoku, appartenenti a oltre trenta specie, tutti registrati e contrassegnati. Dai loro rami si raccolgono i semi destinati a nuove piantine che, una volta cresciute, vengono affidate a comunità di tutto il mondo.

La nascita del progetto

Il progetto ha preso forma nel 2011 con la nascita della rete di volontariato Green Legacy Hiroshima (GLH), impegnata nella raccolta e distribuzione globale dei semi e nella sensibilizzazione sul pericolo delle armi nucleari e sul legame inscindibile fra natura e umanità.

Dal 2020 PEFC Italia – ente per la gestione forestale sostenibile – e l’associazione internazionale “Mondo senza Guerre e senza Violenza-Biodiversità Nonviolenta” promuovono gli Hibakujumoku come “Alberi della Pace”. Le due realtà seguono l’intero percorso italiano: dai semi raccolti a Hiroshima, germinati e coltivati nell’Orto Botanico di Perugia grazie a un accordo con il Centro di Ateneo per i Musei Scientifici, fino alla consegna delle giovani piante.

Ogni anno vengono distribuiti in media dieci nuovi alberi a scuole, enti e organizzazioni che si distinguono per progetti di pace, tutela ambientale e inclusione sociale. Così, da un passato di distruzione, rinasce un presente che parla di speranza, memoria e responsabilità condivisa.

Gli Hibakujumoku in Italia (e a Verona)

Ad oggi, in Italia sono stati affidati 51 alberi Hibakujumoku, da nord a sud, su tutto il territorio nazionale. Nel 2025 sono state messe a dimora 2 piante: il 15 maggio a Pieve Santo Stefano (AR) presso l’Istituto Omnicomprensivo Statale “Fanfani – Camaiti” e il 18 maggio a Bellusco (MB) su richiesta del Comune di Bellusco con il patrocinio del Comune di Cavenago di Brianza.

Prima del 2020 erano stati messi a dimora alberi a Venegono Superiore (VA), Fiumicello Villa Vicentina (UD), Livorno, Foggia, Brindisi, Reggio Calabria, Palermo e Narni (TR). Nel 2020 gli Hibakujumoku sono stati consegnati al Kilometro Verde di Parma e alla Biblioteca San Matteo degli Armeni a Perugia. Ben 13 gli alberi affidati nel corso del 2021: a Carrega Ligure per il progetto Appennino Futuro Remoto; alla Scuola Secondaria Leonardo da Vinci di Maccagno (VA); alla scuola primaria San Salvatore di Rimini; al Bosco Spaggiari di Parma; al Parco della Pace di Vicenza; all’associazione Pro Ponte di Perugia Ponte San Giovanni; al Comune di Pesaro e all’associazione Nuova Acropoli di Bologna. Inoltre, attraverso la collaborazione con l’associazione Planet, sono stati distribuiti all’Università della Calabria di Arcavacata (CS), all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, all’Università Magna Grecia di Catanzaro e all’Università della Basilicata di Potenza; all’orto Botanico di Perugia.

Altri Hibakujumoku sono stati consegnati a progetti meritevoli nel 2022: al CONAF (Consiglio Ordine Nazionale dottori Agronomi e dottori Forestali) con messa a dimora ai Vivai San Sisto di Roma; alla Scuola Primaria di Collevalenza (PG); al Municipio Bolzaneto di Genova; all’Associazione “U. Calavrese” di Taranto Talsano; al Liceo Statale Enrico Medi di Villafranca di Verona (VR); all’associazione Micologica Bresadola di Agrate Brianza (MZ); all’amministrazione comunale di San Vendemiano (TV); al Centro Zen Anshin Tempio buddhista di Roma; alla Cooperativa CANALETE di Trissino (VI) e all’amministrazione comunale di Cartosio (AL); all’amministrazione di Ferrara, sempre con la collaborazione del progetto Plant for Planet.

Nel 2023 gli “Alberi della Pace” sono stati affidati al Centro Nocetum e all’IC Madre Teresa di Calcutta di Milano; al centro di Ricerca CREA Foresta-Legno di Arezzo; all’amministrazione comunale di San Giorgio Bigarello (MN); all’associazione Mon amour di Torino e all’ANPI di Modena; alla Fondazione Cini di Venezia (isola San Giorgio). Nel corso del 2024, infine, sono stati consegnati ulteriori 6 alberi: all’amministrazione comunale di Arignano (TO), all’Associazione Nuova Acropoli di Verona, all’Associazione Cittadini per la Memoria del Vajont/Comitato Noi, 9 Ottobre, all’associazione Librarti di Casale Monferrato (AL), alla Casa dei Bambini ‘A.C.Piccoli’ Montessori di Vicenza e all’Istituto Comprensivo G. Pucciano di Bisignano (CS).