Da One Piece ad Hunger Games: le proteste della GEN Z e il simbolismo pop

di Redazione | 3 Ottobre 2025

Non sono striscioni particolari: la bandiera che oggi fa tremare i palazzi del potere è un teschio sorridente con un cappello di paglia. Negli ultimi mesi, dalle piazze del Nepal alle strade di Giacarta, fino a Manila e persino al Madagascar, la Generazione Z ha portato in corteo il Jolly Roger dei pirati di One Piece – il celebre manga/anime di Eiichirō Oda – trasformandolo da simbolo di fantasia a icona di sfida, lingua franca della protesta globale.

E non parliamo di un caso isolato: in Nepal la bandiera ha sventolato mentre i giovani incendiavano il complesso governativo, preludio al crollo del governo. A Giacarta è apparsa sui muri, a Manila si è alzata tra la folla, in Madagascar ha accompagnato le manifestazioni che hanno sciolto il governo lo scorso 29 settembre. Oggi, la bandiera con il cappello di paglia ha fatto la sua comparsa anche a Verona, durante la manifestazione a sostegno della Global Sumud Flotilla e della Palestina.

Per molti giovani, quel simbolo parla chiaro: Rufy, il protagonista del manga, e la sua ciurma combattono il potere corrotto e oppressivo del governo. Un’allegoria per i manifestanti della GEN Z che non sono nuovi alla trasformazione di simboli della cultura pop in grido politico. Basti pensare, qualche anno fa, al saluto a tre dita tratto dal film distopico Hunger Games, che aveva preso piede in Thailandia.

«Sappiamo che la Gen Z sta protestando in tutto il mondo e volevamo usare simboli che avessero senso per la nostra generazione – ha detto Rakshya Bam, 26 anni, una delle organizzatrici della protesta nepalese della Gen Z, al “New York Times” -. La bandiera dei pirati, Jolly Roger, è come un linguaggio comune ora».