Verona capitale dell’inclusione grazie alla missione di Caterina e Francesca
di Redazione | 27 Settembre 2025La disabilità vista come opportunità. Non come fine di tutto, ma come preziosa occasione di (ri)nascita. L’inclusione e i talenti (tutti diversi tra loro e, dunque, unici) come nuovo modello, da applicare non solo in ambito educativo, ma in tutti gli aspetti della società, dalla famiglia alla politica, dallo sport alla cultura, dalla sanità all’economia, dal lavoro alla sicurezza. Ci sono questi assunti alla base del protocollo d’intesa firmato ieri alla Loggia Fra’ Giocondo, in piazza dei Signori, tra l’associazione veronese La Bottega dei talenti e una ventina di istituzioni, cittadine e nazionali, pronte a scendere in campo attivamente e impegnarsi per questo cambiamento di prospettiva, realizzando su tutto il territorio italiano iniziative formative, informative, didattiche, di sensibilizzazione e di ricerca su questi temi.
Il tutto sotto l’egida del presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, di Andrea Abodi, Ministro per lo Sport e i Giovani, di Alessandra Locatelli, ministro per le Disabilità, e di Giammarco Mazzi, sottosegretario alla Cultura, che hanno suggellato l’iniziativa con la loro presenza o inviando un sentito messaggio di vicinanza.
LA MISSIONE DI CATERINA E FRANCESCA
«Abbracciate tutti la nostra missione», era stato l’appello di Caterina e Francesca Santin, due gemelle 23enni di Salizzole (Verona) affette sin dalla nascita da una grave forma di disabilità, quando con la famiglia hanno fondato – il 15 marzo 2022 – l’associazione La Bottega dei talenti. Loro che, costrette su una sedia a rotelle e capaci di esprimersi solo attraverso il movimento degli occhi, non si sono rassegnate a un destino crudele, ma con l’aiuto dei genitori, hanno lottato per trasformarlo in un’opportunità. E dopo il diploma in Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale, hanno iniziato a girare l’Italia come vere maestre d’inclusione per incontrare i bimbi e giovani e divulgare il loro potente messaggio: «Ci sono due giorni importanti nella vita: quello in cui siamo nati e quello in cui capiamo il perché. Ognuno di noi è diverso e in quanto tale unico. E ognuno ha un talento, che assume valore solo se condiviso con gli atri”.
IL BILANCIO DEL PRIMO TRIENNIO
Da allora di strada, le gemelle e la loro associazione, ne hanno fatta tanta. Oltre 50 gli incontri sul tema dell’inclusione svolti in sale civiche, piazze e nelle scuole di ogni ordine e grado, dalle materne Fism fino alle superiori, che hanno inserito il loro progetto nel piano dell’offerta formativa. Un evento aperto alla cittadinanza per celebrare la partnership instaurata con l’università di Verona. Numerose giornate organizzate nei circoli sportivi, decollate con i giochi inclusivi al Tennis Club di Nogara e approdate al Foro Italico, dove Caterina e Francesca con il loro modello di sport inclusivo sono state chiamate come testimonial del progetto “Racchette in classe” della Federazione italiana Tennis e Padel, per facilitare l’avvicinamento a questo sport e il reclutamento dei bimbi diversamente abili. Mattinate dedicate alla formazione dei giovani diplomatici del futuro, in veste di ambasciatrici d’inclusione, in collaborazione con l’Italian Diplomatic Academy. Un convegno alla Camera dei Deputati, davanti al presidente Lorenzo Fontana, per la Giornata Mondiale della Famiglia. La presenza al Concerto di Natale 2024 a Montecitorio, dove hanno portato il loro messaggio di pace e inclusione all’interno dei palazzi istituzionali. Mentre l’anno precedente avevano augurato Buon Natale dalle frequenze di RaiUno, ospiti dell’Antoniano di Bologna che le aveva volute in tv per lo Zecchino d’oro di Natale, esempi di gioia di vivere e di gratitudine alla vita.
INCLUSIONE, DIVERSITÀ, TALENTI
«Nessuno più di Caterina e Francesca può dimostrare che tutto è possibile», afferma Sergio Santin, papà delle gemelle e presidente dell’associazione, portando l’esperienza della sua famiglia. «Il dolore può abbattere, ma dal dolore si può rinascere. La vita ci pone dei limiti ma ci dà sempre anche delle opportunità: Caterina e Francesca hanno provato a coglierle, spostando questi limiti. Il tema della disabilità ormai è limitativo: inclusione significa abbracciare, condividere, essere una squadra. Occorre capire che la diversità è una ricchezza. E che non serve essere persone importanti per cambiare il mondo, occorre essere solo se stessi».
LA “RETE” CON LE ISTITUZIONI
Con la firma del protocollo d’intesa, questa lodevole missione viene ufficialmente riconosciuta, sposata e sottoscritta da enti e istituzioni pronti a fare da garante, oltre che da cassa di risonanza, al valore del messaggio veicolato dalle due gemelle veronesi. Le realtà coinvolte si impegnano infatti ad organizzare, insieme all’associazione, incontri, convegni, seminari a livello nazionale e locale sull’inclusione, a promuovere concorsi rivolti ai giovani e un premio nazionale, oltre a studi e pubblicazioni sul tema.
Hanno sottoscritto il protocollo d’intesa: Provincia di Verona, Diocesi di Verona, Ulss 9 Scaligera, Croce Verde Verona, Nazionale Italiana Cantanti, Federazione Italiana Tennis e Padel, Coni – Comitato Regionale Veneto, Esse (Ente Sportivo Sociale Europeo), Fism (Federazione Italiana Scuole Materne), Parlamento della legalità internazionale, Aics (Associazione Italiana di prevenzione al Cyberbullismo e al Sexting), Italian Diplomatic Academy, Consumer’s Forum, Comune di Salizzole, Istituti Fay, Liceo Medi – Rete Cittadinanza Attiva e Costituzione, Istituto di istruzione superiore Ettore Bolisani.
Lorenzo Fontana, presidente della Camera dei Deputati: «Riconoscere e valorizzare i talenti è fondamentale e il primo passo per costruire una società in cui la diversità non è un ostacolo ma una risorsa per tutti. Questo documento attesta un impegno comune di istituzioni, associazioni, famiglie e cittadini. L’obiettivo è creare spazi e progetti per mettere al centro l’unicità di ogni persona. È un’iniziativa preziosa, che ha il merito di sensibilizzare l’opinione pubblica. È un valore che trova testimonianza in Caterina e Francesca, alle quali rivolgo un saluto speciale. La Bottega dei talenti richiama ancora una volta l’importanza di sostenere le capacità di ognuno. Sottolinea la necessità di abbattere le barriere materiali, economiche, sociali e di contrastare le discriminazioni. Auspico dunque che questo protocollo segni l’inizio di un cammino concreto. Continuiamo giorno per giorno insieme a valorizzare i talenti».
Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i Giovani: «È stata una fortunata coincidenza che mi ha fatto incontrare a Roma Caterina e Francesca con la loro associazione. Il protocollo d’intesa sottoscritto oggi è un’opportunità che ci regaliamo non solo per mettere per iscritto dei concetti nobili, ma per assumerci davvero delle responsabilità. Abbiamo tanta strada da fare, perché Caterina e Francesca rappresentano tante persone e tante famiglie alle quali dobbiamo non solo portare rispetto, ma alle quali dobbiamo offrire delle opportunità. Un tema culturale, quindi. Un’assunzione di responsabilità nella sostanza, perché le cose possano cambiare: sarà un percorso lungo, l’importante è che sia un percorso intrapreso senza la possibilità di torneare indietro».
Alessandra Locatelli, ministro per le Disabilità: «Oggi più che mai abbiamo bisogno di lavorare insieme per poter migliorare la qualità di vita di ogni persona, garantire a ciascuno il diritto di vivere pienamente la vita delle nostre comunità, valorizzando le potenzialità e i talenti di tutti. È una grande sfida, ma se uniamo le nostre energie possiamo davvero fare la differenza e costruire società più inclusive, accoglienti e rispondenti ai bisogni di ogni persona. Grazie, quindi, a Caterina e Francesca, a tutti coloro che partecipano e a quanti hanno reso possibile questa collaborazione che oggi viene siglata e per quello che continuerete a fare con passione e impegno in questa direzione».
Gianmarco Mazzi, sottosegretario alla Cultura: «Nel conoscere Caterina e Francesca io e i miei collaboratori siamo stati travolti da una commozione palpabile, di fronte alla forza con cui, insieme ai genitori, portano avanti il loro progetto, che oggi arriva a un importante passaggio istituzionale. Una forza che deve diventare un insegnamento. La parola disabilità non restituisce il senso della loro portata, ecco perché dobbiamo cominciare a parlare di talenti. Cercheremo sempre di più di far passare questo concetto: non siamo davanti a persone disabili, ma a persone dalle quali possiamo imparare molto più di quello che pensiamo».
Domenico Pompili, vescovo di Verona: «Nella storia di Caterina e Francesca vedo incarnato uno dei misteri più profondi della fede: come ogni situazione possa diventare sapienza e benedizione non solo per chi la vive, ma per l’intera comunità. Queste due giovani donne ci hanno insegnato che attraversare il proprio limite, senza negarlo né nasconderlo, può trasformare una vita in luce per altre vite. Non si sono limitate a sopportare o a subire la loro condizione: hanno scelto di farne il luogo della loro vocazione più profonda. E questo è stato possibile perché intorno a loro si è creata una comunità capace di vedere oltre il limite e di riconoscere i talenti nascosti. In un tempo in cui misuriamo tutto in termini di risultati e di numeri, queste due sorelle ci ricordano che la vera ricchezza di una comunità non sta in chi è più efficiente o più competitivo, ma nella sua capacità di accogliere e valorizzare ogni persona nella sua unicità irripetibile. Questo protocollo non è solo un impegno istituzionale, dunque, ma un indicatore lungo il cammino di una comunità che non vuole chiudersi nell’indifferenza e nell’individualismo, e che può crescere solo grazie a questa sapienza che sa trasformare le fragilità in opportunità che illuminano ciò che davvero conta».


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