Il 4 ottobre (forse) sarà di nuovo festa nazionale

di Redazione | 17 Settembre 2025

Il 4 ottobre potrebbe presto tornare a essere una festa nazionale. La Camera dei Deputati ha infatti approvato la proposta di legge che mira a ripristinare questa data come ricorrenza civile in onore di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia. È un ritorno che ha il sapore della memoria e dell’identità: la giornata era già riconosciuta come festa nazionale dal 1958, grazie a una legge che celebrava San Francesco insieme a Santa Caterina da Siena. Tuttavia, venne soppressa nel 1977, durante un’epoca di razionalizzazione del calendario civile e scolastico, che portò all’eliminazione di diverse festività non religiose.

Come nasce la nuova Festa

La nuova proposta nasce dall’unificazione di due testi parlamentari e ha trovato una larga convergenza politica, almeno nella sua prima fase. Primo firmatario è l’onorevole Maurizio Lupi, esponente di Noi Moderati, ma il sostegno alla misura ha superato gli schieramenti tradizionali. La Commissione Affari Costituzionali della Camera ha dato il via libera all’unanimità, e la discussione in aula è cominciata con toni in prevalenza favorevoli. Il provvedimento è ora atteso al Senato per l’approvazione definitiva.

Il ritorno del 4 ottobre come festa nazionale non è solo una questione di calendario. Ha un significato culturale e simbolico profondo, che parla all’identità collettiva del Paese. San Francesco d’Assisi è riconosciuto non solo come una delle figure religiose più importanti della storia cristiana, ma anche come simbolo di pace, ecologia, umiltà e dialogo. Non a caso, viene citato spesso anche in contesti laici e interreligiosi. La proposta di legge, infatti, insiste proprio su questo punto: la festa del 4 ottobre non si presenta come una celebrazione confessionale, ma come una ricorrenza nazionale nella quale possano riconoscersi tanto i credenti quanto i non credenti, in nome dei valori universali incarnati da Francesco.

L’iniziativa arriva anche in un momento particolarmente significativo dal punto di vista storico: nel 2026 ricorreranno gli 800 anni dalla morte di San Francesco. L’anniversario sarà accompagnato da un vasto programma di eventi religiosi, culturali e istituzionali, coordinati dal Ministero della Cultura e dalle autorità ecclesiastiche. Il ripristino della festa si inserisce in questo contesto come un gesto che vuole ridare valore alla memoria collettiva e rinsaldare un senso di appartenenza nazionale.

Cosa comporta l’istituzione di una nuova festa nazionale

Naturalmente, l’approvazione della legge comporterà anche conseguenze pratiche. A partire dal 1° gennaio 2026, il 4 ottobre tornerà ufficialmente nel calendario delle festività civili. Tuttavia, la data cadrà di domenica proprio nel 2026, rendendo il primo “effettivo” giorno festivo aggiuntivo solo a partire dal 2027. La questione dell’impatto economico e organizzativo non è secondaria. Una giornata festiva in più implica la chiusura delle scuole e di gran parte degli uffici pubblici, e ha ricadute anche sul settore privato. Proprio per questo motivo, il testo di legge approvato dalla Camera prevede alcune disposizioni per gestire i risvolti finanziari e organizzativi legati all’attuazione della misura.

Nonostante questi aspetti, il provvedimento sembra procedere senza ostacoli significativi. Le voci critiche sono per ora contenute, e il clima politico intorno alla proposta è in prevalenza favorevole. In un periodo spesso segnato da divisioni ideologiche, la figura di San Francesco sembra aver trovato un raro consenso trasversale. Il dibattito parlamentare ha messo in evidenza come la sua eredità spirituale, ma anche morale e civica, possa ancora oggi rappresentare un punto di incontro tra tradizione e modernità, fede e laicità.