Gen Z e YouTube: quando la maturità si prepara online
di Redazione | 13 Giugno 2025In un’aula virtuale senza banchi né lavagne, ma piena di video, appunti digitali e facce familiari viste attraverso uno schermo, la maturità si affronta anche così: su YouTube. Per la Generazione Z, quella nata tra la fine degli anni ‘90 e il 2010, prepararsi all’esame di Stato significa anche aprire l’app e premere play.
Una recente indagine condotta da Censuswide per conto di YouTube racconta molto bene questa trasformazione: 2 studenti su 3 tra i 18 e i 21 anni usano abitualmente la piattaforma per studiare in vista della maturità. Non solo per colmare lacune, ma anche per capire meglio, ripassare o semplicemente scoprire cose nuove.
Una delle tendenze più evidenti è il ruolo crescente dei creator didattici, figure ibride tra insegnanti e influencer. Alcuni nomi sono ormai ben noti tra i banchi: Elia Bombardelli, che spiega la matematica con chiarezza e rigore, oppure Quantum Girl, alias Virginia Benzi, che riesce a far appassionare alla fisica anche chi in classe si sente sempre un po’ spaesato. I loro canali diventano strumenti quotidiani, tanto quanto il libro di testo o gli appunti.
Ma non è solo una questione di contenuto. È anche il linguaggio a fare la differenza: diretto, semplice, empatico. Nessun tono da cattedra, nessuna paura di sbagliare. I video diventano lezioni accessibili, spesso perfino più rassicuranti di quelle in classe, perché lo studente può rivederle, metterle in pausa, prendere appunti al proprio ritmo.
Quando YouTube è più di un motore di ricerca
Il dato che colpisce di più? Il fatto che quasi l’80% dei ragazzi non si limita ai contenuti scolastici, ma va oltre. Su YouTube cercano spiegazioni di temi non trattati a scuola, approfondimenti storici, stimoli culturali. Le materie più cercate? Matematica, inglese, storia, fisica, arte. Ma anche educazione civica, filosofia e psicologia. E persino l’oratoria per affrontare meglio il colloquio orale, o l’analisi di temi di attualità da inserire nei testi d’esame.
Un altro elemento da non sottovalutare è quello emotivo. Per molti studenti, YouTube rappresenta un modo per sentirsi meno soli nel periodo più stressante dell’anno. I video diventano un conforto, un riferimento, a volte anche una compagnia nelle lunghe notti di studio.
In un certo senso, il creator preferito diventa un po’ come quel compagno di banco che sa sempre spiegarti bene le cose, con calma e senza giudicare. La Generazione Z non si accontenta di ascoltare: vuole interagire, capire, scegliere come e quando imparare. Non si tratta di sostituire l’insegnante o i libri, ma di affiancare nuovi strumenti che parlino la lingua dei ragazzi.


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