Tra USA e Giappone: la nascita delle emoji

di Redazione | 17 Luglio 2025

Se ultimamente avete la sensazione che esista una “giornata mondiale” per qualsiasi cosa, non avete torto. La giornata mondiale del tiramisù, della neve, delle torte, del backup (!). Facendosi largo tra queste ricorrenze trascurabili, che si confondono con quelle davvero importanti (tutti d’accordo che tra le più significative c’è la giornata mondiale del gatto?), si trovano anche delle vie di mezzo, come la “Giornata Mondiale delle Emoji“, che si celebra proprio oggi, 17 luglio.

Tutti le usano, tutti le amano e, soprattutto, sono versatili. A istituire il World Emoji Day è stato, nel 2014, Jeremy Burge, fondatore di Emojipedia, che ha scelto la data del 17 luglio proprio perchè appare su diverse emoji che raffigurano il calendario.

Secondo la BBC, ogni giorno vengono inviate globalmente circa 10 miliardi di emoji che, periodicamente, vengono aggiornate e arricchite in linea con i mutamenti della società. Il prossimo settembre Unicode, il consorzio senza scopo di lucro che approva i nuovi caratteri da inserire nelle tastiere, dovrebbe dare l’ok ad una nuova lista di emoticon che, se sarà approvata, le porterà a raggiungere quota 3.954.

Le origini

A creare una versione primitiva delle faccine è stato nel settembre 1982 Scott Fahlman, professore di informatica alla Carnegie Mellon University negli Stati Uniti, che voleva comunicare in codice con i colleghi. Ma le emoji come le conosciamo oggi con disegni e grafica sono nate in Giappone a fine degli anni Novanta. La prima faccina è stata creata da Shigetaka Kurita che lavorava per un’azienda di telecomunicazioni. È stata poi Apple a sdoganare le emoticon inserendole all’interno dell’iPhone fin dalla sua distribuzione nel 2008.

Secondo il sito Emojipedia la Generazione Z, quella dei nativi digitali, sta stravolgendo il significato di alcune emoticon tradizionali. Ad esempio, la faccina leggermente sorridente ora viene usata dai giovani in modo sarcastico, il pollice è spesso interpretato come gesto passivo aggressivo, il fiore appassito ha sostituito il cuore spezzato per comunicare la tristezza. Il sito sottolinea come nel 2025 emergeranno per popolarità queste nuove emoji: il viso con le borse sotto gli occhi, lo schizzo di colore viola, la pala, l’impronta digitale e l’arpa.