Mutui e immobili: un focus sull’Italia

di Redazione | 13 Febbraio 2025

I mutui sono in crescita: il mercato ha mostrato segnali di ripresa dopo un periodo di instabilità, dovuto a cambiamenti politici e sociali internazionali che hanno causato un elevato fenomeno inflazionistico. 

Ad accompagnare questa ripresa della domanda, che va di pari passo con quella del mercato immobiliare, c’è stata una forte crescita delle piattaforme di comparazione online, le quali permettono ai consumatori di informarsi e valutare le proposte più convenienti. Basta infatti dare uno sguardo alla selezione di offerte di mutuo su Mutui.it, il comparatore specializzato del gruppo Facile.it, per avere tutti gli strumenti validi per confrontare costi e condizioni di prestito. Queste informazioni, oltre a una coscienza generale dell’andamento del mercato, permettono ai consumatori di fare scelte più oculate. 
Vediamo, quindi, come si sono tradotte sul mercato finanziario e immobiliare italiano. 

Aumentano le compravendite residenziali 

Nel secondo trimestre del 2024 le compravendite residenziali sono aumentate dell’1,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con circa 186.000 abitazioni vendute. L’incremento è stato più marcato nelle regioni del Nord e del Centro Italia, mentre Sud e Isole hanno registrato tassi di crescita più contenuti. I comuni minori hanno trainato il mercato, a discapito delle città capoluogo dove le compravendite sono meno dinamiche. 

Al tempo stesso, i prezzi degli immobili hanno registrato un aumento, specialmente nel terzo trimestre del 2024, durante il quale si è osservato un incremento del 4,6% nei prezzi medi al metro quadro, assieme a una crescita della domanda del 27% e dell’offerta del 7,3%.  

Tassi di interesse in lieve diminuzione

Per quanto riguarda i mutui, invece, il 2024 è stato un anno di graduale diminuzione dei tassi di interesse. A gennaio i tassi medi sui mutui fissi si attestavano al 4,42%, mentre quelli variabili erano al 3,50%. Nel corso dell’anno i valori sono scesi rispettivamente al 3,65% e al 3,20% a luglio. Questa riduzione potrebbe essere attribuita alle politiche monetarie espansive e, di conseguenza, alla diminuzione delle aspettative di inflazione. 

Nonostante la diminuzione dei tassi, il valore complessivo dei mutui ha registrato una lieve flessione, in particolare a fine marzo 2024, quando l’ammontare totale dei mutui era di 423,4 miliardi di euro, cioè in calo di 3 miliardi rispetto a fine 2022. Di questi, circa un terzo (144 miliardi) era a tasso variabile, mentre il resto (279 miliardi) era a tasso fisso. 

Possibili scenari futuri

Le prospettive nel breve e medio termine dipenderanno da diversi fattori, tra cui l’andamento dell’economia nazionale, le politiche monetarie della Banca Centrale Europea (BCE) e la capacità delle famiglie di sostenere nuovi investimenti.

Se l’inflazione continuerà a ridimensionarsi, la BCE potrebbe adottare ulteriori riduzioni dei tassi di interesse, rendendo il credito più accessibile e incentivando l’accensione dei mutui. 

Uno scenario del genere potrebbe favorire una ripresa più decisa della domanda di immobili, soprattutto per la prima casa, e un’ulteriore crescita delle compravendite. 

Chiaramente, se la BCE mantenesse un approccio prudente per evitare nuove spinte inflazionistiche, i tassi potrebbero stabilizzarsi senza scendere, quindi il costo dei mutui rimarrebbe su livelli ancora relativamente elevati rispetto agli anni pre-pandemia.

E per finire, l’entrata in vigore delle nuove direttive europee sulla sostenibilità edilizia potrebbe incentivare maggiori ristrutturazioni per migliorare la classe energetica degli edifici esistenti, creando quindi una spinta verso il mercato dei mutui destinati alla riqualificazione immobiliare.