Alberto Morelato, la nostalgia diventa arte
di Erika Funari | 28 Gennaio 2025«L’arte è ovunque. È quella cosa che amplifica i sentimenti e i ricordi della mia infanzia. È il mio mondo». È così che descrive le sue creazioni Alberto Morelato, giovane artista veronese che è approdato (da dicembre a inizio gennaio) in mostra al Palazzo della Regione Lombardia a Milano in un’esposizione che celebra la pop art. Le sue opere, dedicate all’infanzia e all’amore della sua famiglia, sono esposte accanto a quelle di mostri sacri come Andy Warhol. Ha solo 36 anni, ma creatività da vendere e uno scrigno di ricordi da custodire e raccontare in forme e colori inediti. Una storia curiosa la sua, insolita proprio come le sue creazioni, che parte dai social dove posta video di oggetti polverosi recuperati dalla soffitta dei nonni che sotto le sue mani esplodono di colori e forme stravaganti, in una nuova vita “pop”. Un like dopo l’altro inizia ad attirare l’attenzione anche di chi di arte se ne intende e così finisce in mostra a Milano ad “Arte nel cuore”.

Come ti sei avvicinato all’arte e perché hai scelto proprio questo mestiere?
L’arte, in tutte le sue forme, è da sempre la mia grande passione; è una sorta di calamita. Mi sono diplomato all’istituto d’arte a Verona poi ho lavorato nel visual, ma cercavo altre strade così sono partito. Ho vissuto sette anni a Londra, poi in Spagna e infine sono tornato a Verona. All’estero ho raccolto numerosi stimoli creativi e mi sono sentito maturo per tornare a casa e trovare una mia dimensione: ho capito che l’arte doveva essere il mio mestiere. Oggi faccio la comparsa in Arena e al Teatro Filarmonico, mi sono iscritto all’Accademia di Belle Arti per mettere a fuoco la mia tecnica mentre continuo a trasformare gli oggetti quotidiani in opere postandole sui social.
La tua storia è molto particolare: dai social sei finito in mostra accanto alla Marylin di Andy Warhol, come è successo?
È pazzesco (sorride, ndr). È iniziato quando ho cominciato a ristrutturare il mio appartamento a Verona e ho raccontato la trasformazione di casa mia sui social. Tinte, tele e arredi sono diventati una miniserie prima su TikTok e poi su Instagram. I follower crescevano e sono arrivato a 100mila. Così ho iniziato a mostrare il processo creativo con il quale do nuova vita a mobili custom con colori accesi e fumetti. Una art director di Milano mi ha notato e mi ha chiesto di esporre tra fine 2024 e inizio 2025. Non ci ho pensato due volte.

In mostra ad “Arte nel cuore” di Milano c’è la tua collezione dal titolo “Nostalgia”: cosa racconta?

Ho creato dei pezzi unici che fondono insieme i miei ricordi più cari, quella affettuosa nostalgia che mi lega all’infanzia e mi fa sorridere. In una sorta di liberazione di tutta l’arte del cuore ho recuperato vecchi mobili dei miei nonni e li ho rivestiti con i fumetti che mi leggeva mio padre prima di addormentarmi. Colori accesi, allegri e vivaci seguendo un processo creativo liberatorio e senza troppi schemi. Metto in mostra il mio mondo interiore, ciò che ho di più caro. Forse è per questo che ho un legame viscerale e profondo con le mie creazioni. Mi hanno chiesto di acquistare la collezione della mostra, ma ci sto ancora pensando.


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