L’educazione sentimentale si fa a scuola
di Giorgia Preti | 21 Gennaio 2025Metti quattro coppie letterarie, i loro antichi carteggi d’amore e qualche centinaio di studenti delle scuole superiori veronesi. Sono il passato e il presente che si incontrano in modo del tutto inaspettato proprio lì, al centro di quel sentimento necessario che ci aveva spiegato così bene il Prof. Vittorino Andreoli: l’amore. La ricetta è tanto semplice quanto complessa e il suo risultato è un progetto innovativo, partito lo scorso dicembre in dieci classi di licei e istituti superiori del territorio veronese: “Crush letter I never sent. Progetto di educazione sentimentale attraverso le lettere in letteratura”.
Ideato dalla giornalista e autrice della newsletter “Inserto sull’addio”, Miryam Scandola, e frutto della collaborazione tra “Inserto sull’addio”, la rete “Scuola e Territorio: Educare insieme” e l’associazione Fuoriscala con Salmon Magazine, il workshop prevede quattro incontri di due ore con gli studenti delle sette scuole coinvolte: Liceo Messedaglia, Liceo Copernico, Istituto Pasoli, Istituto Fermi-Ferraris, Istituto Giorgi, Liceo Fracastoro, Liceo Medi.
Oltre duecento i ragazzi e le ragazze che, fino a marzo, analizzeranno e si confronteranno sui sentimenti di quattro coppie letterarie attraverso la lettura dei loro epistolari – fonti di riflessioni sull’amore in tutte le sue forme – arrivando a scrivere, a loro volta, una lettera in cui narrare le loro emozioni e i sentimenti più autentici, magari proprio quelli rimasti taciuti e mai domati: «Le lettere sono una porta d’ingresso privilegiata per la letteratura e, allo stesso tempo, possono darci un’educazione sentimentale tramite le vicende che leggiamo, che alla fine sono archetipi di tutte le nostre storie» spiega Miryam Scandola.

Gli incontri, che si svolgono di concerto con gli insegnanti di italiano durante l’orario scolastico, si articolano in modo da far aprire i ragazzi gradualmente e spontaneamente ai sentimenti: «È un itinerario – spiega Scandola –. Metà degli incontri sono dedicati al racconto della coppia e dei loro carteggi: i ragazzi leggono le lettere che si sono scambiati i due e ci si confronta, si parla e gli vengono sottoposti degli esercizi di scrittura creativa. Dopodiché si arriva alla stesura di una lettera d’amore, anonima, che viene poi infilata in una cassetta della posta. Le lettere non vengono lette in classe, ma alcuni estratti vengono trascritti digitalmente e nell’incontro successivo i ragazzi pescano questi stralci di lettera e rispondono. Così diventa anche un esercizio di empatia, che porta a conoscere meglio l’altro».
Parola d’ordine per i ragazzi è “libertà”: «Gli studenti sono liberi di non partecipare, non vengono forzati a parlare e, soprattutto, quando devono scrivere, possono decidere dove e come farlo: in corridoio, sotto al banco, in cortile, magari mentre ascoltano la musica – continua l’ideatrice del progetto –. È una possibilità per andare in profondità su sé stessi e sugli altri».

Per il momento i risultati sono stati sorprendenti e la risposta di professori e studenti, entusiasta: «È bellissimo vedere i ragazzi che si mettono in gioco: anche quelli più “ostili”, a un certo punto, alzano la mano e intervengono – racconta Miryam –. La cosa più bella è vedere, al termine degli incontri, qualcuno che si commuove o qualcun altro che si stringe in un abbraccio con un compagno».
Grazie ai partner, al main sponsor Vicenzi Group, al patrocinio e contributo del Comune di Verona e al patrocinio della Provincia di Verona, il progetto è in attesa di conferma ufficiale per il prossimo anno scolastico, ma la speranza è quella di poterlo portare anche al di fuori dei confini veronesi, magari grazie anche ad altri sponsor che possono essere interessati all’iniziativa: «Ci sono delle scuole in lista di attesa nel veronese e tante classi che vorrebbero partecipare – conclude Scandola –. La volontà, quindi, è di ingrandire il workshop e, nei prossimi mesi, crearne anche uno ad hoc anche per gli adulti».


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