Ronnie Quintarelli, la leggenda del SUPER GT
di Giorgia Preti | 19 Dicembre 2024Mai nessuno come lui. Sul numero 103 di Pantheon, nel 2019, lo avevamo definito “il veronese idolo in Giappone” e, in effetti, non c’era titolo più azzeccato. Ronnie Quintarelli fa battere il cuore dei giapponesi da ormai 20 anni correndo come pilota sulle piste del SUPER GT e, dall’altra parte del mondo, a Sant’Anna d’Alfaedo, fa battere il cuore dei suoi compaesani e del suo fan club, che non ha mai dimenticato. Alle spalle Ronnie – che ha iniziato la sua carriera sui kart, per poi passare alla Formula 3 e, infine, al SUPER GT – ha quattro titoli mondiali conquistati nel 2011, 2012, 2014 e 2015. Un primato tutto suo, che lo ha portato a diventare una vera e propria celebrità nel Paese del Sol Levante, dove negli anni ha trovato l’amore e ha messo radici. E qualche giorno fa, dalla “sua” Yokohama, all’alba dei 45 anni, Ronnie ha annunciato ufficialmente il ritiro dalle corse subito dopo la gara di Suzuka dell’8 dicembre. Una decisione difficile per il pilota veronese della Nissan NISMO, che non ci ha nascosto il rimpianto di non essere mai riuscito ad agguantare il quinto titolo mondiale: una piccola sbavatura nella sua straordinaria carriera che alla fine, secondo noi, rientra proprio nel concetto giapponese di Wabi-sabi (侘寂), che trova la bellezza delle cose nella loro imperfezione.
Partiamo dall’addio al SUPER GT. Perché proprio ora?
La decisione di annunciare il mio ritiro dal SUPER GT, un campionato che è stato al centro della mia vita sportiva per tanti anni, è stata sofferta e difficile. Tuttavia, penso sia il momento giusto per fare un passo indietro e lasciare spazio a un nuovo capitolo, con una generazione di giovani piloti che metteranno sicuramente in mostra il loro valore nel futuro.

Con il Giappone è stato un amore a prima vista nel 2003. Cosa ti ha dato in tutti questi anni questo Paese?
A livello sportivo mi ha permesso di realizzare il mio sogno, avendo potuto correre per tantissimi anni per Nissan, costruttore con un fortissimo DNA improntato sulle corse e che ho sempre ammirato sin dai miei primi anni in Giappone quando correvo ancora in Formula 3. Poi grazie a tutti questi anni di motorsport ho potuto conoscere tantissime persone instaurando con alcune di loro dei rapporti umani che dureranno per sempre. A livello personale, invece, il Giappone mi ha permesso di scoprire una cultura nuova che mi ha sicuramente arricchito come persona e, cosa più preziosa, di conoscere mia moglie Emi con cui ho avuto Luna e Leo.
Termini la tua carriera dopo quattro titoli SUPER GT. Quant’è il rammarico per non aver vinto il quinto?
Si, il rammarico rimane sicuramente tanto. Dopo i quattro titoli vinti tra il 2011 e 2015 il mio obiettivo è sempre stato quello di vincere almeno il quinto e in questi anni è diventata quasi una ossessione per me. Nello sport, e più nello specifico nelle corse, però, per riuscire a vincere serve sempre un binomio quasi perfetto tra pilota e macchina e anche se ci siamo andati molto vicini in un paio di occasioni, va dato merito ai rivali che sono cresciuti tantissimo in queste stagioni, sia per quel che riguarda piloti e squadre.
Qual è il ricordo più bello che conservi di questi 20 anni sulle piste?
Sicuramente la vittoria del quarto titolo SUPER GT nel 2015, che mi ha permesso di diventare il pilota più titolato della serie riuscendo a superare nella graduatoria dei titoli vinti le leggende del motorsport giapponese e conquistarmi il loro rispetto.

Chiuso questo lungo capitolo nel mondo del motorsport, cosa c’è nel tuo futuro?
Dopo quasi vent’anni dove ho dedicato tutta la mia vita e il mio quotidiano a questo campionato, terminata l’ultima gara di Suzuka voglio staccare la spina per un po’ e ricaricare le energie. Poi, conoscendomi, credo ripartirò al massimo con qualche nuova avventura che potrebbe essere in un ruolo che metta a disposizione la mia esperienza e, perché no, se ci fossero le condizioni con qualche altra nuova sfida in pista che servirà sicuramente per continuare a tenermi in forma.
Ora la testa, però, è all’ultimo appuntamento del SUPER GT a Suzuka.
Sì, sono impaziente di partecipare a quest’ultima gara. Darò il massimo fino all’ultimo giro e all’ultima curva, al volante della macchina dei miei sogni.


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