Slow Wine 2025, il vino buono, pulito e giusto nel Veneto e a Verona 

di Camilla Faccini | 21 Novembre 2024
Il 13 novembre è stato presentato il nuovo volume di Slow Wine, che assegna i riconoscimenti a vini e cantine italiani. Tante le realtà venete (e veronesi) presenti.

23 Chiocciole, per le cantine buone, pulite e giuste, 7 Bottiglie, per le cantine i cui vini esprimono un’eccellente qualità organolettica, 7 Monete, per le cantine i cui vini hanno un ottimo rapporto qualità-prezzo, e 66 Top Wine, che si sono distinti per l’eccellenza sotto il profilo organolettico durante le degustazioni: sono questi i riconoscimenti assegnati in Veneto per il 2025 da Slow Wine, la guida dedicata al mondo del vino di Slow Food. A Verona il volume è stato presentato nei locali di Pagus Wine Club, lo scorso 13 novembre, da Corinna Gianesini, sommelier veronese referente regionale della guida. Con lei anche le vignaiole Matilde Poggi, dell’azienda Le Fraghe, Letizia Gini della cantina Gini e Chiara Speri per Speri. 

«La guida 2025 ci restituisce un Veneto in ottima salute – ha commenta Gianesini, – sia a livello di chiocciole che di nuove entrate in guida, con tutte le denominazioni coperte, dal Bardolino alla Valpolicella, dal Soave al Durello. Dal punto di vista della nostra ricerca il Veneto si è dimostrato corrispondente ai valori di Slow Wine: abbiamo trovate aziende virtuose in campo agricolo, vogliose di fare un vino che sia specchio del territorio, con interventi enologici misurati ma che accompagnino quello che l’uva e il territorio possono dare, senza stravolgerlo». 

Due le novità importanti di quest’anno: tutte le aziende recensite non praticano il diserbo chimico, mentre con i Best Buy, che sostituiscono il riconoscimento del Vino Quotidiano, la guida segnala una selezione di Top Wine che, nelle rispettive denominazioni e tipologie, offrono un prezzo eccezionale. La prima scelta è un messaggio politico forte, che rispecchia il Manifesto per il vino buono, pulito e giusto e quanto Slow Food sostiene da tempo contro l’uso della chimica di sintesi e, in particolare dei pesticidi, nelle colture, oltre che un ulteriore passo verso la costruzione di un rapporto sempre più armonico con la natura. «Un passo a lungo meditato e per noi molto importante – sottolinea Gianesini – perché la biodiversità dei microrganismi che popolano il sottosuolo va a tutti i costi protetta e ciò è incompatibile con l’utilizzo del glifosate. Inoltre, oltre la metà delle aziende recensite in guida (2000 in totale) sono anche biologiche certificate». La seconda risponde invece a un’esigenza del mercato, dando una soluzione più in linea con i tempi e utile per i lettori che cercano un riferimento per orientarsi nel mondo della vitivinicoltura pulita e sostenibile. All’interno della guida anche video interviste ai produttori, accessibili attraverso un qr code: il tema che le lega è il cambiamento climatico e le azioni intraprese in cantina per contrastarlo. «Quando parliamo di vino buono, pulito e giusto non lo facciamo solo per recitare un claim, ma è qualcosa in cui crediamo davvero. Vogliamo preservare questa terra e dobbiamo farlo tutti insieme. Slow Food è un punto di riferimento in questo senso, per educare, conoscere e capire come fare la differenza. Riusciamo a fare questo lavoro perché siamo un team di 225 collaboratori sparsi sul territorio nazionale che durante tutto l’anno realizzano un lavoro di scouting molto capillare» prosegue Gianesini. 

Il dato che la guida sottolinea con maggior soddisfazione è quello della qualità. Vi è un grande fermento, si legge, trainato da Amarone e Prosecco. La prestazione dell’Amarone è stata ottima, e il plauso, sottolinea la guida, va alle vignaiole e ai vignaioli che hanno imboccato la “nuova via della seta” di un vino che è unico al mondo. Tutta la denominazione Valpolicella si dimostra ricca di proposte per la definizione di nuove linee produttive, le quali  aprono a una visione capace di privilegiare ed esaltare i vini elaborati da uve fresche. Il grande tema del terroir ritorna prepotentemente anche nel Prosecco, intendendo con questo nome esclusivamente il vino ottenuto dall’uva glera di collina, da Valdobbiadene a Conegliano, dal Montello ai declivi di Asolo. Molto buono il risultato del Custoza, che ha affermato con forza la longevità e la finezza dei suoi vini; bene anche il Bardolino e il Chiaretto, grazie a produttori innamorati del proprio territorio e coscienti delle sue potenzialità. «A livello nazionale circa il 10% delle aziende sono recensite per la prima volta e anche il Veneto segue questo trend – conclude Gianesini -. Tra i nuovi ingressi nel veronese abbiamo Tenuta La Cà, Talestri, La Dama, La Collina dei Ciliegi, Gorgo, Torre di Terzonal, Le Albare e Dal Cero Tenuta di Corte Giacobbe. Riusciamo a fare questo lavoro perché siamo un team di 225 collaboratori sparsi sul territorio nazionale che durante tutto l’anno realizzano un lavoro di scouting molto capillare».

I riconoscimenti nel veronese 

le Chiocciole

  • Le Fraghe
  • Monte Santoccio
  • Camerani – Corte Sant’Alda  – Adalia
  • Monte Dall’Ora
  • Speri
  • Dama del Rovere
  • Gini
  • Prà
  • Pieropan 

le Bottiglie

  • Giuseppe Quintarelli 
  • Cavalchina
  • Secondo Marco 

le Monete 

  • Il Pignetto
  • Manara
  • Massimo Venturini 
  • Corte Adami 
  • Pietro Zanoni