Chi dice libro dice design

di Valentina Ceriani | 19 Luglio 2024
Non è solo il prefisso di Verona: 045 è anche il nome di un vivace collettivo che da qualche anno è impegnato nella cura e realizzazione di prodotti editoriali. Forse li ricordate per la campagna del Comune di Verona contro la violenza sulle donne del 2022. I volti dietro a questa realtà sono quelli di…

Non è solo il prefisso di Verona: 045 è anche il nome di un vivace collettivo che da qualche anno è impegnato nella cura e realizzazione di prodotti editoriali. Forse li ricordate per la campagna del Comune di Verona contro la violenza sulle donne del 2022. I volti dietro a questa realtà sono quelli di Emanuele Zoccatelli, Mattia Cristini, Raffaele Dongili, Paolo D’Amato e Marco Faes. Abbiamo parlato con i primi tre, per conoscere da vicino la storia di 045.
Che cos’è 045Publishing?
045Publishing è un collettivo di microeditoria indipendente con base a Verona. Il progetto nasce intorno alla metà del 2018 dalla necessità di comunicare attraverso media e modi a noi affini quelle che sono tematiche territoriali e sociali.
Come funziona, nel concreto, una realtà come la vostra?
Il metodo che adottiamo è corale, attraverso l’organizzazione e promozione di workshop o di redazioni editoriali temporanee con lo scopo di approfondire la tematica che ci interessa sviluppare. Curiamo tutta la progettazione editoriale, dall’idea al prodotto finale, e non abbiamo uno standard grafico: quest’ultimo si modella infatti sul singolo progetto. Abbiamo pubblicato progetti più simili a “fanzine”, altri a magazine ed altri ancora a volumi rilegati, ognuno di questi con tirature diverse. Alla fine di un progetto ci teniamo a organizzare un release party come ulteriore occasione di aggregazione per amplificare ogni progetto. All’interno della nostra realtà siamo un po’ dei tuttofare, c’è chi è più specializzato e preferisce curare determinati settori, ma in linea di massima siamo flessibili.
La carta ha ancora un suo prestigio, quindi?
Nell’ultimo periodo abbiamo assistito a una progressiva crescita dell’interesse verso il prodotto libro, ma in senso più ampio. Oggi ancora più di ieri abbiamo l’impressione che ci sia molta più attenzione all’aspetto grafico ed estetico, oltre che al contenuto di un libro. Spesso il libro è visto come un vero e proprio oggetto di design, che necessita della dovuta cura e premura. Proprio per questo crediamo che la carta avrà sempre una forza maggiore rispetto all’elettronico.
A Verona si fa fatica a fare rete, dal punto di vista culturale. Che cosa frena questa collaborazione, secondo voi?
Nel nostro preciso caso, siamo una realtà piuttosto di nicchia e quindi è difficile trovare nostri simili a livello locale. In generale, però, probabilmente c’è anche un po’ una sorta di gelosia e paternità nei confronti del proprio progetto. Mescolarlo con altre realtà, che comporta quindi una necessaria scesa a compromessi, potrebbe non andare a genio a tutti. Personalmente, abbiamo preso parte a diverse iniziative territoriali come “Brutti Caratteri” e “ArtVerona”, oltre che ad eventi fuori regione, come “Sprint”, a Milano, “Fruit”, a Bologna, “Paper”, a Roma, e tanti altri.