La regina del bosco
di Ingrid Sommacampagna | 22 Novembre 2023Muso appuntito e lungo, orecchie grandi e appuntite, corpo snello, arti corti e folta coda: è la volpe rossa (Vulpes vulpes), l’unica specie presente in Italia, protagonista di favole e proverbi, tanto astuta e quanto amata. «Avete voi riso della favola della volpe e dell’uva? Io no, mai. Perché nessuna saggezza m’è apparsa più saggia di questa, che insegna a guarir d’ogni voglia disprezzandola» disse Luigi Pirandello. La volpe è una delle specie più adattabili che ci accompagna da secoli nelle leggende e nelle fiabe, come quelle di Esopo.
La sua bellezza è data dal colore del suo manto, rossiccio su dorso, tasta e coda, mentre spalle, base delle orecchie e lati del corpo sono grigiastri per la presenza di peli neri e bianchi. Le parti inferiori e la pettorina sono bianchi mentre la coda è rossastra con l’estremità candida e la sua figura longilinea la fa apparire velocemente e sfuggire allo stesso tempo agli sguardi e alle macchine fotografiche degli appassionati. Ma, a volte, si lascia osservare, in vari ambienti: predilige boschi fitti e pascoli, dove può dedicarsi all’accoppiamento, vista la maggiore densità di colonie, ma anche luoghi vicini a quelli frequentati dagli umani dove riesce a trovare rifugi temporanei velocemente.
La volpe è diffusa ovunque in Italia, dove la densità è diversa a seconda delle zone, e la possiamo trovare in solitaria, definita «itinerante», ai confini delle nostre città. Essendo carnivora riesce a sopravvivere nutrendosi di uccellini e nidi, scoiattoli, conigli e anche di gattini inselvatichiti, compiendo alcune razzie alimentari. La grande capacità adattiva della volpe le ha permesso, nel mondo, di colonizzare ambienti totalmente diversi tra loro, come boschi, deserti e montagne fino a quote di quattromila metri.
La legislazione italiana ha da decenni eliminato il concetto di specie nociva, per quanto riguarda la volpe, ma purtroppo viene cacciata in base ai piani di contenimento secondo la legge 157 dell’11 febbraio 1992. La gestione della quantità di esemplari si può contenere senza procedere all’abbattimento, impedendo loro l’accesso alle fonti alimentari destinate agli animali domestici, proteggendo quelli di corte come galline e conigli, con recinzioni appropriate, tenendo i rifiuti all’interno di bidoni ben chiusi. Come per qualsiasi animale selvatico non dobbiamo avvicinarle e offrire loro cibo, perché si abituerebbero ad alimenti diversi da quelli istintivamente predati, compromettendone la loro naturale diffidenza e astuzia e portandole alla morte. Non dobbiamo interferire con la loro quotidianità e se trovassimo una volpe in difficoltà va contattato il Cras più vicino o i carabinieri forestali.


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