A tu per tu con Francesca Michielin
di Giorgia Preti | 4 Giugno 2025Mentiremmo se dicessimo che Francesca Michielin, lo scorso 14 maggio, non ci ha rubato un pezzettino di cuore. Lo abbiamo lasciato lì, sullo sgabello dove abbiamo chiacchierato con lei in una calda mattinata primaverile, nella quale è stato facile capire chi è Francesca davvero, al di là dei concerti, al di là dello star system. Potremmo definirla “la nostra amichevole cantautrice di quartiere” (se ci permette un’innocente citazione da Spiderman): una ragazza semplice, che ama le poesie di Patrizia Cavalli, ma anche i fumetti e i manga giapponesi, che per rilassarsi si dedica alla ceramica oppure all’ascolto della sua cantante preferita, Taylor Swift, e che ancora deve “conoscersi” fino in fondo. Insomma, una 30enne come tante, con molte passioni e sogni nel cassetto. E uno di questi, il prossimo 4 ottobre, si avvererà con “michielin30 – tutto in una notte”, la grande festa-concerto che si terrà all’Arena di Verona per celebrare il suo trentesimo compleanno: «Sono cresciuta guardando i concerti e i vari “Festivalbar” all’Arena di Verona, quindi per me è sempre stato un luogo mitico. Ho aspettato tanto questo momento» ci ha confessato.
Innanzitutto, Francesca, benvenuta nel “club dei 30”.
(ride, ndr) Grazie!
Partiamo da te: chi è Francesca Michielin?
Ancora non lo so: sono in via di definizione (ride, ndr). Sicuramente sono una persona curiosa, esplosiva, ma allo stesso tempo molto introversa. Mi piace sentire soprattutto dagli altri come mi vedono.
Guardando all’inizio della tua carriera, quando hai capito che veramente la musica sarebbe stata la tua strada?
Posso dire la verità? Io non l’ho ancora capita questa cosa (ride, ndr). Io sono molto “fly-down”. Non so se la musica sarà la mia strada per sempre, però so che la musica sarà sempre con me. È una delle cose che amo di più al mondo da quando ero piccola: pensa che ho questo ricordo del 2002, quando venne trasmesso in tv la Prima di “Notre Dame de Paris” di Cocciante mentre ero ad Asiago con mia nonna, mia mamma e mia cugina. Lì, credo, è nato il sogno della musica.

Nel corso della tua carriera hai collaborato con tanti artisti. C’è qualcuno che ti ha lasciato qualcosa o che ha influito sulla tua musica?
Sicuramente Carmen Consoli è quella che mi ha più stimolata a ricercare la vera me. Essere sé stessi è complesso, è un lavoro quotidiano che dura anni. Però è grazie a lei se ho iniziato questo percorso per cercare di nuovo la musica che voglio fare, per tornare a divertirmi in studio.
Per il tuo ultimo successo a Sanremo, “Fango in Paradiso”, hai detto di aver preso molto dal tuo vissuto. Possiamo dire che cantare di un amore finito può essere catartico?
Sì, secondo me è una delle fortune di questo lavoro. Tante volte dicono che gli artisti sono pazzi. Sicuramente hanno un disagio che li porta poi a scrivere, però è importante mettere questo disagio, questa rabbia, questo turbamento nella musica. Io credo che sia qualcosa di potentissimo: tante persone nella vita vivono cose terribili, pensano a cose terribili e il fatto di non censurarsi, ma esprimersi nella musica, mettendo anche qualcosa di particolare, di tosto, aiuta le persone a immedesimarsi. Il “riconoscere” a volte è più potente del “guarire”.

Sui social parli spesso della tua passione per la lettura. Qual è il tuo libro del cuore?
Il mio libro del cuore – ma proprio del cuore – è “Memorie di Adriano” (di Marguerite Yourcenar, ndr). Però devo dire che sono anche una grande appassionata di poesia: Patrizia Cavalli e Mariangela Gualtieri sono delle vere artiste della parola che sanno entrarti nel profondo senza tanti giri di parole. Ci aggiungo anche Franco Arminio. Sono la mia “Trinità”.
Allora devo chiedertelo: se Francesca Michielin fosse un libro?
Ti direi uno recente che mi ha mi ha fatto capire molto di me: “Dimmi di te” di Chiara Gamberale.
E, a questo punto, se fossi una canzone?
(ride, ndr) Ti direi “Travelling Woman” di Bat for Lashes, perchè mi definisce molto.
La tua vita è fatta di musica, ma cosa fai quando vuoi “staccare” davvero?
Quando ho bisogno di conforto faccio decoro su ceramica: per me è come la meditazione, perché mi aiuta a isolarmi dal mondo, a concentrarmi sul qui ed ora.
Passiamo alla tua parte più “nerd”. Non fai mistero del tuo amore per il mondo manga e anime giapponesi. Come è nato?
Nasce dal fatto che io ho un fratello più grande di 10 anni che è sempre stato appassionato di “Slam Dunk”, di “Berserk” e di vari altri manga, poi mio padre a sua volta da giovane collezionava “Dylan Dog”, quindi io in casa avevo già una micro-libreria di fumetti. Poi sono cresciuta negli anni di MTV degli anime su “7 Gold” e su “Italia 1” andavano in onda “Dragon Ball” e “One Piece”. Poi ho iniziato a collezionare manga anche io da quando è uscito “Naruto”, che veniva trasmesso in televisione quando ero alle medie e avevo la stessa età del protagonista, quindi mi sono immedesimata molto.

Il tuo personaggio preferito di Naruto?
Gaara.
La tua passione per il Giappone l’hai portata anche sul palco di Sanremo: ti sei presentata con il taglio “Hime” (principessa in lingua giapponese, ndr). L’ha capito qualcuno questo riferimento?
(ride, ndr) Guarda, la mia vita è così: fare cose che non subito vengono capite e poi diventano virali.
Una parentesi su “michielin30 – tutto in una notte” in Arena. Che festa sarà?
L’idea è proprio quella di creare una festa: non è un semplice concerto. È un momento in cui ci si diverte, in cui si festeggia e, per farlo, ho riunito un po’ tutti gli artisti che mi hanno accompagnata in questo percorso, che mi hanno anche ispirata e che sono diventati amici, come Fedez, Margherita Vicario, Tommaso Paradiso, i Coma_Cose e tanti altri.
Ma perché proprio l’Arena?
Io sono Veneta, sono nata a Bassano del Grappa e sono cresciuta guardando l’Arena di Verona come a un luogo mitico. Finora non ero mai salita su quel per un mio concerto; quindi, ho pensato di farlo in grande spolvero. Quello che farò in Arena sarà portare il mio cuore sul palco e non soltanto la mia voce.
Breve top-list a tema anime by Francesca Michielin
Migliore opening: “Blue Bird” (Naruto Shippuden)
Miglior personaggio: Mikasa Ackerman (Attack on Titan)
Miglior villain: Zabuza Momochi (Naruto)
Miglior “piantino”: il finale di Magica DoReMi


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