Veronetta “On Air”

di Giorgia Preti | 16 Maggio 2025
Giovanni Corsini e Francesca Cecconi

Metti un tardo pomeriggio, in piazza Santa Toscana a Veronetta, un’ex edicola trasformata in una radio di quartiere. Un luogo dove, ogni quarto sabato del mese, si aprono i microfoni per informare chi in quel quartiere ci vive e, soprattutto, coinvolgerlo nel raccontare la vivace comunità di Veronetta. D’altronde, il proposito di Radio ConVerGente è già nel suo nome: la radio “con e verso la gente”. L’iniziativa, proposta di Polimorfica APS all’interno del progetto Buone Nuove, è stato realizzato dalla cordata del nuovo Patto di Sussidiarietà presente all’Edicola Sociale di piazza XVI Ottobre, che vede come capofila D-Hub e altre realtà associative di Veronetta. La prima puntata, andata in diretta su YouTube il 22 marzo scorso, ha riscosso un grande successo, replicato poi nelle puntate del 25 e 26 aprile, durante le quali, oltre ai cittadini, hanno partecipato anche alcune figure istituzionali che hanno potuto rispondere alle (molte) domande dei presenti. A fare da “tramite” con i cittadini, Giovanni Corsini e Francesca Cecconi, che sono stati, a loro volta, ospiti del nostro “Pantheon People Podcast”.

Ragazzi, come nasce Radio Convergente?

Giovanni: Nasce da un processo abbastanza lungo con il quartiere. Noi svolgiamo percorsi di ascolto e di relazioni sul quartiere da alcuni anni. Abbiamo cominciato tre anni fa con “Una storia sospesa”, una raccolta di narrazioni scritte a mano dagli abitanti. Poi nel 2023 ci siamo dedicati all’ascolto in forma di podcast con “Tracce di quartiere Veronetta”. Quest’anno abbiamo deciso di espanderci ulteriormente creando una vera e propria radio di quartiere. Coinvolgere le persone direttamente nella redazione ha avuto molto successo, perché hanno cominciato ad ascoltarsi e riconoscersi a vicenda.

La partecipazione è stata alta già nelle prime puntate. Come siete riusciti a coinvolgere così tante persone?

Francesca: Forse perché all’edicola sociale siamo presenti ogni sabato mattina da ormai due anni. Le persone hanno imparato a conoscerci. Ora aggiungiamo una diretta al mese nel pomeriggio e i cittadini vedono volti noti, si sentono a loro agio, e iniziano a parlare di quotidianità e del quartiere.

Non è scontato che la gente dica la sua, soprattutto su temi delicati. Cosa vi hanno detto, per esempio, sul cantiere di Veronetta.

F: Di tutto, a dire il vero. C’è chi si lamenta, ma anche chi ha capito l’importanza dei lavori. Il quartiere ha recepito che non si tratta solo della filovia, ma anche di interventi fondamentali sull’acquedotto. Forse sono più le persone che non vivono il quartiere a non comprendere. Certo, gli esercenti risentono di qualche difficoltà, ma si cerca di compensare.

G: C’è anche un “cantiere culturale”. Cerchiamo di usare questo momento come opportunità per stare insieme, proporre iniziative, trasformare le vie in piazze. È un’occasione per fare qualcosa di positivo.

La cosa più strana che vi hanno detto o che vi è capitata?

F: Durante la diretta del 26 aprile c’era una persona che cantava a squarciagola canzoni arabeggianti mentre dovevamo iniziare. Siamo partiti lo stesso, perché ci piace integrare persone diverse. Poi è arrivata altra gente, chi con il vino, chi voleva interagire. Alla fine, parlano tutti: i negozianti, gli assessori, l’abitatore del quartiere e altri.

G: Ecco, Francesca ha detto “abitatore”, non “abitante”. È importante: abitatore è anche chi passa momentaneamente nella piazza. La radio in piazza crea connessioni. Anche chi normalmente non parlerebbe, trova lì un’occasione.

Come si gestisce una diretta di più ore? Qual è il vostro segreto?

F: C’è un grande lavoro a monte. All’inizio è stato più difficile: dovevamo farci conoscere anche dalle associazioni. Ora abbiamo un Google Form sul sito dove i cittadini possono segnalarci notizie ed eventi. Questo ci aiuta a costruire la rubrica “rotocalco”. In fondo, Radio Convergente è “con e verso la gente”, quindi il contributo della comunità è fondamentale.

Avere a che fare con cittadini e istituzioni non è sempre semplice, vero?

G: È una sfida. Si tratta di comprendere le intenzioni, ascoltare, trasformare le istanze in proposte e “buone nuove”. La nostra presenza continua in quartiere è ciò che permette tutto questo.

Vi è mai capitato di dover allontanare qualcuno?

G: Sì, come accennava Francesca, c’è stato qualcuno che invadeva i microfoni. Ma cerchiamo sempre di interagire in modo positivo, capire cosa sta cercando quella persona, senza usare modalità troppo dure. Cerchiamo il dialogo, sempre.

Voi due siete qui, ma sappiamo che dietro a Radio ConVerGente ci sono tante persone.

F: Ci sono diversi ruoli. Abbiamo speaker che sono ex studenti o universitari, che aiutano nella stesura del programma e fanno interviste. Ci sono anche adolescenti del quartiere che ci seguono da tempo e fanno da cameraman, speaker e tecnici. È una palestra per loro: un’esperienza viva, in mezzo alla gente. Non è facile, ma è formativa.

G: Cerchiamo di offrire una metodologia che li incentivi anche a trovare la propria strada.

Quando sarà il prossimo appuntamento?

G: Il 24 maggio, alle ore 18.

F: Con l’estate, essendo in piazza, diventiamo anche intrattenimento per l’aperitivo!