Francesco Furlani, via col van
di Giorgia Preti | 11 Aprile 2025
Da dicembre a marzo, da Verona a Capo Nord. Migliaia di chilo metri macinati a bordo di un van tra il freddo nordico, quello che in Italia non ti immagini nemmeno, e il ghiaccio lappone, di cui è meglio non fidarsi. Ed è lì, in quelle condizioni estreme, che abbiamo trovato Francesco Furlani, raggiunto in call mentre era in sosta in Finlandia, ad Inari, – a qualche centina io di chilometri dalla meta finale – dove, ci ha detto, le temperature erano salite: «Adesso ci sono solo -7°C, non fa molto freddo». La sua personale sfida al “grande Nord” è, però, solo uno dei tasselli che compongo il colorato mosaico di viaggi che Francesco ha alle spalle. Un bagaglio che ha riempito da solo, prendendo, a poco più di 20 anni, una decisione che gli ha cambiato la vita: mollare tutto e comprare un van per viaggiare e lavorare da re moto come fotografo e videomaker freelance. Italia, Portogallo, Fuerteventura, Lanzarote: diverse le mete che, in quasi tre anni, Francesco ha raggiunto e raccontato sui social dove, ad oggi, conta oltre 470mila follower tra Instagram e TikTok. I suoi video, che spaziano dai “tour del van” alle aurore boreali, passando per le avventure in tenda e gli sport più particolari che esistano (come lo Snowkiting), riscuotono un successo incredibile e a confermarlo è stata proprio l’ultima impresa che ha compiuto, quella che l’ha portato dalla sua Pedemonte a Capo Nord, che l’ha reso ancora più popolare.
Partiamo da te, chi è Francesco Furlani?
Io nasco come fotografo paesaggistico perché mio papà, che è un alpinista, mi ha sempre trasmesso l’amore per la natura e per gli sport. A un certo punto ho cercato di far diventare la fotografia un business pubblicando sui social dei contenuti artistici e il making-of della foto con il mio team. Era un format che piaceva tanto, finchè nel 2020 è arrivato il Covid. Da lì ho smesso di fare queste foto e ho iniziato a guardare su YouTube il mondo dei viaggi in van. Nel frattempo, lavoravo per un’azienda alla quale gestivo il budget marketing, ma mi stava stretto. Quindi, spinto in parte dal fatto che mi piace stare in mezzo alla natura e mi piace fare sport, e poi perché volevo rompere gli schemi, ho speso il 95% dei soldi che avevo e mi sono comprato un van. Ricordo che all’epoca mi era costato poco più di 60mila euro.
Una bella spesa.
Sì, in quattro anni sono riuscito a mettermi via parecchi soldi. E, fortunatamente, sono un ragazzo con pochissimi vizi. Anche se adesso ho capito che più si inizia a guadagnare, più i vizi arrivano (ride, ndr).

Come è iniziata l’avventura?
Ho mollato il mio lavoro “fisso” e ho deciso di aprire la partita iva per poter lavorare come fotografo e videomaker freelance. All’inizio è stata dura, poi hanno cominciato ad arrivare i primi lavori. Nel frattempo, i miei amici mi hanno consigliato di raccontare sui social quello che facevo, come viaggiavo e come lavoravo. Il primo video, lo ricordo benissimo, era uscito alla fine del 2022 e raccontavo come era fatto il mio van. I follower hanno iniziato a crescere: in cinque mesi avevo guadagnato circa 40mila iscritti e iniziavo ad avere le prime collaborazioni in “scambio merce”. Da lì in poi, ho insistito e adesso riesco ad affiancare al mio lavoro da videomaker anche quello di content creator.
I primi viaggi?
Dopo essermi girato tutta l’Italia, il 2 dicembre 2023 sono partito per il mio primo grande viaggio: sei mesi alle Isole Canarie. Lì ho raccontato le esperienze di pesca, kitesurf, le avventure e disavventure con il van. Quel primo viaggio mi ha sancito ufficialmente come figura di riferimento del settore van life e camper. Me ne sono accorto quando, alla fiera del camper di Parma, ho visto molte mie foto in diversi stand. Mi ha fatto molto piacere perché era la prova che stavo facendo qualcosa di buono.

I tuoi genitori cosa hanno detto?
Bisogna inquadrare i miei genitori in modo diverso, nel senso che mia mamma era più preoccupata per la mia salute e sicurezza, mentre mio papà era più preoccupato per il lato economico. Anche se poi, giustamente, non avrebbero mai tirato fuori soldi per farmi viaggiare ed è giusto così. Adesso che mi sono assestato, anche mio papà è tranquillo.
Poi l’idea della Lapponia. Come mai?
Innanzitutto, perché vedere l’aurora boreale per me è sempre stato un grande sogno, e poi perché mi sentivo pronto ad affrontare un’avventura estrema: il van lo conoscevo bene e sono riuscito a modificarlo e prepararlo per le temperature polari. Ora, inoltre, posso dire di sapere come è fatta tutta la Finlandia, anche nei suoi angoli più remoti.
Avendo così tanti follower, come gestisci quelli che ti apprezzano, ma soprattutto gli haters?
C’è chi mi supporta sempre di più e ne sono grato. Anche perché il mio obiettivo non è pubblicare contenuti e basta, ma far entrare le persone nei miei viaggi. Poi certo, c’è chi mi “odia”, ma è normale quando ti esponi al pubblico. A me non interessa, ci passo sopra e, anzi, più commentano e più i contenuti vanno in tendenza (ride, ndr). In ogni caso sono molto contento della mia community, è molto pulita.

Qual è stata la difficoltà più grossa che hai dovuto affrontare in questi mesi?
A livello fisico, probabilmente l’innalzamento di pressione che ho avuto. Sono stato un po’ male e in quei contesti è un po’ difficile perché il primo ospedale era a tre ore e mezza da dove mi trovavo. Sul piano tecnico, invece, il congelamento delle tubature del van: ho dovuto smontarle e sistemarle, ma non è stato troppo difficile.
L’esperienza che ti è rimasta nel cuore?
Sicuramente una sciata di sci alpinismo che ho fatto qui in Lapponia, nel parco nazionale di Riisitunturi.
Qual è, quindi, il prossimo viaggio dei tuoi sogni?
Fino ad aprile o maggio resterò in Norvegia, ma ad agosto vorrei partire per l’Islanda con una Jeep che sto camperizzando. L’anno prossimo, invece, vorrei tornare alle Canarie, che mi sono piaciute molto e, probabilmente, andrò per qualche mese negli Stati Uniti, vedremo. Alla fine, viaggiare è il miglior investimento, a mio parere: sapere com’è fatto il mondo in cui vivi, conoscere nuove culture, nuove tradizioni, è veramente una delle cose più belle che si possano fare.



In Evidenza
I bigoli de “I Morosetti” vincono la puntata veronese di Foodish

Scuole e carcere insieme per un nuovo percorso riabilitativo

Giuseppe Galderisi: «A Verona ho trovato l’America»

ActionAid e Quid insieme per un Natale di inclusione e moda sostenibile

Fondazione Telethon: anche a Verona torna la campagna di Natale

A Verona torna il Pranzo di Natale Solidale di Croce Bianca

“In farmacia per i bambini”: Verona prima in Veneto per solidarietà

Dick Van Dyke compie 100 anni: un tuffo nella vita del romantico “spazzacamino”

Al Galilei si “sfornano” geni: Luca Bortolazzi terzo alle Olimpiadi dell’IA

