Jacopo Grobberio, campioni si diventa
di Giorgia Preti | 30 Gennaio 2025Nel mondo delle corse automobilistiche, dietro al rombo dei motori e alle gare frenetiche, c’è una passione che nasce da lontano e si nutre di sacrifici, dedizione e sogni. Jacopo Grobberio, giovane pilota di slalom originario di Quinto di Valpantena, sa di cosa parliamo. Cresciuto tra l’odore della benzina e il fascino del rally, ha trasformato un interesse d’infanzia in un percorso sportivo ricco di sfide e soddisfazioni, che stanno arrivando grazie alla sua fedele compagna di viaggio: una Peugeot 206 bianca targata “Funny Team”.
Jacopo, quando è nata la tua passione per le corse automobilistiche?
Non ci ho messo molto ad appassionarmi. Mio padre, già negli anni ‘80, lavorava nell’assistenza alle vetture da corsa nei rally locali. Inoltre, un cugino di secondo grado, che correva e corre tuttora nei rally, ha sempre ottenuto ottimi piazzamenti. È stato in quel momento che ho capito di voler far parte anch’io di quel mondo.
Quando hai iniziato a gareggiare?
Ho iniziato a 22 anni. Poco dopo il mio compleanno, mio padre mi regalò la mia prima macchina da corsa e debuttai negli slalom, una disciplina dai costi contenuti dove il pilota deve dimostrare abilità e precisione nel superare ostacoli lungo il tracciato. All’inizio non sapevo quasi nulla, ma conobbi Faustino Zandonà, un grande pilota di slalom degli anni ’70-2000, che mi insegnò tanto sulla tecnica di guida e sull’assetto delle vetture.

Quali sono stati i tuoi primi successi?
Con la mia prima macchina ho vinto quattro titoli del Triveneto Slalom e detengo ancora oggi un record di classe nella famosa gara in salita Trento-Bondone, a cui tengo molto.
Com’è stata la tua evoluzione nel corso degli anni?
Nel 2023, dopo cinque anni, decisi di cambiare macchina per puntare a risultati più importanti nelle competizioni del Nord Italia. La mia idea era dimostrare che, anche con un mezzo semplice e poco performante, si poteva essere competitivi. Con questa macchina ho partecipato alla Coppa di Zona Slalom e al Trofeo Nord Italia, dove ho sfiorato la vittoria assoluta, terminando secondo per pochissimi punti.
Cosa ti ha insegnato questa stagione?
È stata una stagione incredibile, fatta di alti e bassi. Nonostante i problemi tecnici e una macchina non sempre all’altezza, la mia determinazione mi ha permesso di rimanere competitivo. Ogni gara è stata una sfida, ma anche un’occasione per crescere.

Chi sono le persone che hanno avuto un ruolo importante nel tuo percorso?
Mio padre, senza dubbio, che mi ha sempre sostenuto, e Faustino Zandonà, che è stato un mentore e un amico. L’amicizia con Faustino è speciale: ha più di 80 anni ma conserva l’entusiasmo di un tempo. Passo molto del mio tempo libero nel garage, lavorando sulla macchina e condividendo idee con lui.
Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
Continuare a competere e migliorarmi, magari puntando a nuove discipline e a gare di livello nazionale. Il prossimo passo sarà preparare un mezzo ancora più competitivo e affinare la mia tecnica. Il sogno è portare avanti questa passione e, chissà, magari ispirare altri giovani del territorio ad avvicinarsi a questo mondo.

Quindi che messaggio lasceresti ai giovani che vogliono seguire le tue orme?
Credete sempre nei vostri sogni e abbiate la pazienza di lavorare duro per raggiungerli. Le vittorie non arrivano solo grazie al talento, ma soprattutto grazie alla tenacia e al supporto delle persone che credono in voi. Campioni si nasce, ma si diventa anche grazie a chi ci sostiene.


In Evidenza
I bigoli de “I Morosetti” vincono la puntata veronese di Foodish

Scuole e carcere insieme per un nuovo percorso riabilitativo

Giuseppe Galderisi: «A Verona ho trovato l’America»

ActionAid e Quid insieme per un Natale di inclusione e moda sostenibile

Fondazione Telethon: anche a Verona torna la campagna di Natale

A Verona torna il Pranzo di Natale Solidale di Croce Bianca

“In farmacia per i bambini”: Verona prima in Veneto per solidarietà

Dick Van Dyke compie 100 anni: un tuffo nella vita del romantico “spazzacamino”

Al Galilei si “sfornano” geni: Luca Bortolazzi terzo alle Olimpiadi dell’IA

