Zugabe, la musica veronese che “graffia” l’Europa
di Camilla Faccini | 30 Settembre 2023Cieli grigi, giornate lente e uggiose, ritmate da sporadici scrosci di pioggia e raffiche di vento lievemente distorte. Dietro riverberi e delay, paesaggi urlati dolcemente: periferie, modernità disumanizzate, vite al limite. Atmosfere sognanti e cantate aprono spiragli di luce su veli sonori malinconici. “lowland” è il nuovo EP firmato zugabe, quartetto veronese attivo da più di 10 anni composto da Alberto Brignoli (chitarra, voce e rumore), Alberto Gaio (chitarra solista), Antongiulio Ceruti (batteria, voce e pad) e Michele Pedrollo (basso). Disponibile dallo scorso 19 maggio, e anticipato dal singolo “if you fall”, “lowland” è uscito per Re_verb, un’etichetta indipendente ligure nata con lo scopo di ricercare e promuovere nuove realtà musicali con una attitudine sonora basata sulla sperimentazione, senza mettere da parte la viscerale immediatezza emotiva della musica.

«“lowland” è il mondo che respiriamo – ci raccontano – una distesa di nebbia resa ogni giorno più inospitale, in cui si fatica a vedere l’orizzonte. Questo EP nasce in un periodo introspettivo in cui abbiamo affrontato le nostre debolezze. Barriere, immobilismo, umanità e disumanità, sogni ad occhi aperti. Salite e discese musicali, in un continuo susseguirsi di atmosfere cupe e passaggi più distesi».
L’EP arriva dopo “melodies beside the railway” (2013), caratterizzata da ritmi serrati e senza tregua, “fragments” (2017), lavoro con sonorità più distese e vicine al post-rock e “sow the wind” (2020), frutto di una nuova formazione che rappresenta l’identità più completa di zugabe. «In questi anni di attività abbiamo giocato molto, provando diverse cose in diverse formule – confessa il gruppo -. Con l’ultimo disco “sow the wind” ci siamo tolti qualche piccola soddisfazione, con dei bei live e un buon seguito. Per quest’ultimo EP abbiamo una bella aspettativa e sensazione e non vediamo l’ora di portarlo in giro il più possibile. Ogni disco è stato sempre parecchio diverso dal precedente e questo è il nostro obiettivo, continuare questo processo di evoluzione senza particolari schemi o canoni. Ognuno di noi quattro viene da formazioni ed esperienze differenti, e forse è stata questa la nostra forza nel comporre e nello sperimentare».
Obiettivo prioritario del gruppo rimane comunque l’attività live. In Europa si sono esibiti nel mese di settembre: il 7 a Monaco (DE) presso il Sunny Red, l’8 a Bratislava (SK) al Koncerty na garážach e il 9 a Lubiana (SLO) al Tresor hostel. Più complesso, almeno per ora, poterli ascoltare nella loro città natale. «Trovare degli spazi per suonare a Verona è piuttosto difficile. Non ne sono rimasti tanti, soprattutto per chi come noi fa un genere di nicchia. Kroen resiste, I Preti sono una garanzia, Mastro Matto ci ha ospitati a inizio settembre. Al di là di questi locali qualcosa si muove, sicuramente dopo la pandemia la ripartenza è stata importante».


In Evidenza
Giuseppe Imperadore: «Il disagio psichiatrico cresce, soprattutto tra i giovani»

I bigoli de “I Morosetti” vincono la puntata veronese di Foodish

Scuole e carcere insieme per un nuovo percorso riabilitativo

Giuseppe Galderisi: «A Verona ho trovato l’America»

ActionAid e Quid insieme per un Natale di inclusione e moda sostenibile

Fondazione Telethon: anche a Verona torna la campagna di Natale

A Verona torna il Pranzo di Natale Solidale di Croce Bianca

“In farmacia per i bambini”: Verona prima in Veneto per solidarietà

Dick Van Dyke compie 100 anni: un tuffo nella vita del romantico “spazzacamino”

