Storie di persone - 21 settembre 2024, 17:59

Mariangela Sicilia: la nuova stella della lirica

Mariangela Sicilia: la nuova stella della lirica

Ha aperto la stagione lirica 2024 in Arena con una splendida Liù nella “Turandot” di Puccini, omaggio nel centesimo anniversario della morte del compositore toscano, e ha chiuso il 7 settembre con una sorprendente Micaela nella “Carmen” di Bizet: un’estate davvero da protagonista per Mariangela Sicilia a Verona, guidata da una «passione innata fin da giovanissima per la musica e il teatro, prima fra tutte nella mia famiglia, consapevole che entrambe queste attività sarebbero per me state un connubio indissolubile per poter essere un’artista completa». Nel mezzo, lo studio con Carmela Remigio e Leone Magiera, perfezionando il repertorio presso l’Accademia mozartiana del Festival di Aix-en-Provance e l’Accademia Rossiniana di Pesaro e, in seguito, la guida tecnica del maestro Fernando Cordeiro Opa. Vince nel 2014 il prestigioso concorso internazionale “Operalia” di Plácido Domingo e ha successivamente enorme successo di pubblico e di critica presso molti prestigiosi teatri d’opera e festival internazionali quali l’Opéra national de Paris, il Teatro Real di Madrid, Deutsche Oper di Berlino, il Festival di Salisburgo, la Sydney Opera House, il Teatro dell’Opera di Roma e il San Carlo di Napoli.

Una giovanissima spettatrice già all’Arena di Verona.

La prima volta in Arena fu proprio a vedere “Turandot” di Franco Zeffirelli: ne rimasi estasiata e rapita dalla bellezza e sognavo fin da allora di poter cantare in quest’opera. Così nella mia città, Cosenza, ho cominciato il mio percorso in Conservatorio, per poi trasferirmi a Bologna. Quest’anno ho realizzato il sogno di aprire proprio con “Turandot” nel Centenario dell’anniversario Pucciniano in Arena ha un sapore ancora più importante e d’onore per me. Sono particolarmente felice di aver interpretato Liù proprio in questa occasione.

L’Arena è stata fin da subito un’avventura. Come è stato il debutto?

Ho aperto la stagione con “Carmen” nel 2018, con la regia di Hugo De Ana, è stata un’esperienza bellissima e anche divertente perché la mia entrata in scena è stata su una bicicletta; quindi, avevo l’emozione anche di non cadere e non fare una figuraccia. Oggi ritornare con “Carmen”, nel ruolo di Micaela, è una grandissima soddisfazione perché essere l’antagonista è molto intrigante. Un personaggio che non si sa se sia sincero, pieno di mistero e di cui non so se sia saggio fidarsi completamente.

La musica e la Lirica sono una spinta ad un patrimonio tutto italiano

Credo sia doveroso riconoscere l’Opera, in particolare in Italia, come Patrimonio dell’Umanità. Penso anche per la sua grande importanza come strumento nel passato di diffusione e istruzione nella popolazione. Il periodo “verdiano” è stato importantissimo per questo scopo, perché la sua musica e le sue composizioni hanno creato l’Unità d’Italia anche dal punto di vista linguistico. Uno studio per la musica che credo dovrebbe partire fin dalla scuola, come parte integrante della storia italiana, così come per l’arte. Anche per comprendere il grande desiderio che dall’estero hanno di scoprire questo nostro immenso tesoro.

All’estero come vedono questo patrimonio?

Una cosa che mi ha sempre colpito nel mondo della musica lirica è come dall’estero abbiano la brama e il desiderio di imparare l’italiano, che forse è davvero la lingua più ufficiale per rendere al meglio la musica. Ognuno poi ha un’opera preferita o a cui è più legato, nel mio caso, a parte Turandot, potrei dire anche Bohème, perché l’ho interpretata numerose volte proprio all’estero.

I prossimi spettacoli?

A ottobre, questa “Turandot” di Zeffirelli la porteremo anche in Corea, dove sarò sempre Liù. A novembre avremo a Sofia il “Requiem” di Verdi sotto la direzione del Maestro Oren e poi, sempre con lui, debutterò a Bologna ne “I Pagliacci”. Nel mentre, altri due concerti importanti per l’Anno Pucciniano alla Scala di Milano: a fine novembre con il maestro Chailly e infine il “Concerto di Natale” con il maestro Gatti.



Alice Martini

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