Storie di persone - 08 giugno 2023, 16:02

Planet B Festival, essere green è alla portata di tutti

Planet B Festival, essere green è alla portata di tutti

Lo abbiamo visto scritto sui cartelli durante le proteste dei giovani contro il cambiamento climatico e sui social: “There is no Planet B” (non c’è un pianeta B, ndr). La Terra è malata e lo stiamo sperimentando sulla nostra pelle. L’unica soluzione è agire il prima possibile per evitare conseguenze tragiche, ma come può ognuno di noi, nella propria quotidianità, contribuire a questa “missione”? Al di là di narrazioni fatalistiche, approcci stringenti e stili di vita economicamente non accessibili a tutti, la verità è che per fare la differenza basta poco. Le sorelle Anna e Sara Zanini lo hanno capito da qualche anno e, attraverso iniziative e divulgazione sui social, stanno cercando di sensibilizzare quante più persone possibile. L’apice, però, lo hanno raggiunto con “Planet B – Il festival della sostenibilità”, che so è svolto domenica 30 aprile nel giardino di Villa Venier a Sommacampagna. Migliaia i partecipanti che hanno potuto esplorare il tema della sostenibilità calato in decine di ambiti diversi: dal fai da te alla cucina, dallo sport all’arte.

Come è nata l’idea di Planet B Festival?

Sara: Nasce tutto da un sogno: da qualche anno ci occupiamo di sostenibilità e abbiamo sempre cercato, nel nostro piccolo, di sensibilizzare, di diffondere consapevolezza sia sui social che tra i nostri amici e i nostri familiari attraverso eventi, incontri, swap-party. Solo che ci siamo accorte, io e Anna, che alla fine rimanevamo sempre nella nostra cerchia, mentre volevamo includere le persone del territorio e quindi è nato Planet B.

Come è stato, siete rimaste soddisfatte?

Anna: Non ci siamo ancora del tutto riprese perché è stata una giornata incredibile: sono arrivate persone da tutta Italia e addirittura dall’Europa. La cosa bella è che c'erano tante generazioni a confronto e questo era il nostro obiettivo. I feedback sono stati positivi e nessuno si è sentito discriminato o sbagliato perché magari non ha già uno stile di vita sostenibile. E quello era il nostro obiettivo: far vivere una sostenibilità a 360 gradi ma con uno spirito positivo.

L’evento preferito?

S: Torno sulla tematica dell'alimentazione, che mi sta a cuore, e vedere che tante persone erano lì ad ascoltare il talk dove abbiamo parlato dei costi nascosti dietro la nostra alimentazione è stato veramente super emozionante.

Anche per quanto riguarda il food avete voluto affrontare l’impatto della nostra alimentazione sul mondo. Ed essere sostenibili non vuol dire mangiare solo vegetale…

A: Assolutamente. Io sono laureata in bioeconomia per la sostenibilità agroalimentare e da quando ho 22 anni ho fatto i conti con tutte le cose che non sapevo. C'è spesso una doppia comunicazione tra quello che viene raccontato al consumatore finale e quello che poi è effettivamente il settore agroalimentare. Per esempio, la soia è un alimento che, per come viene prodotto, ha un forte impatto sull'ambiente, perché viene deforestata la foresta Amazzonica per produrre soia che poi viene data agli allevamenti intensivi come mangime. Ecco perché è importante conoscere ciò che c'è dietro il prodotto che noi troviamo sullo scaffale per poi iniziare pian pianino a intraprendere delle piccole azioni quotidiane per arrivare a questo desiderato sviluppo sostenibile.

Spesso si pensa che la sostenibilità sia cosa “per pochi” e che sia economicamente poco sostenibile per la massa…

A: Spesso le imprese sono improntate sul profitto: produrre massimizzando i ricavi e minimizzando i costi. Ma i costi che devo abbassare li dovranno pagare le persone e l’ambiente: se sono abituato a pagare sotto-costo di produzione, per esempio una maglietta a 1 euro, questo avrà delle ripercussioni sul mio stipendio, chi l’ha prodotta verrà pagato sempre meno, chi lavora nei centri commerciali e la deve distribuire percepirà meno soldi. Da quando ho iniziato questo lungo processo ho molti più soldi a disposizione da investire nel mio tempo libero nelle attività: prima lavoravo 13 ore al giorno tutto il mio stipendio andava a finire in cene e in vestiti fast-fashion. Adesso vesto di seconda mano, vado nelle aziende, conosciamo persone… .

Questo stile di vita green da chi è partito, tra voi due?

S: È stata Anna! (ride, ndr)

A: Io ho iniziato un pochino prima. Io e Sara all'inizio ci scontravamo spesso, ma la cosa che ci ha uniti è stato l'amore per la sostenibilità. Ad un certo punto è scattato dentro di lei qualcosa ed è diventata anche più brava di me.

Vista l’attenzione che c’è sul tema dei cambiamenti climatici, credete che la situazione potrà migliorare in futuro?

A: Se mi avessi fatto questa domanda qualche anno fa, avrei detto che era troppo tardi. In realtà io sono molto ottimista. L’abbiamo visto anche a Verona, con altre manifestazioni. Stiamo tutti unendo le forze per avvicinare cittadini, imprese e istituzioni: serve un dialogo costruttivo perché ogni persona ha il proprio punto di vista e più competenze da mettere al servizio di tutti.

A quando la prossima edizione del Festival?

S: Dobbiamo ancora metabolizzare tutto.

A: Ci saranno altre edizioni perché il nostro obiettivo è quello di far rete e integrare tutte le realtà che ogni giorno si mettono in gioco per dimostrare che c'è uno sviluppo sostenibile e quindi è importante adesso unire tutte le forze e creare sempre più iniziative perché il nostro futuro ce lo meritiamo.

Giorgia Preti

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