Moda e design - 01 ottobre 2024, 10:22

Il lungo viaggio dei Jeans

L’origine dei jeans risale alla metà del XIX secolo negli Stati Uniti, in un contesto ben diverso da quello della moda moderna. Questo capo di abbigliamento iconico fu creato da Levi Strauss, un immigrato tedesco che si trasferì a San Francisco durante la corsa all’oro. Strauss, inizialmente venditore di tessuti, notò la necessità di un abbigliamento resistente per i lavoratori delle miniere e decise di utilizzare un tessuto robusto chiamato “denim” per creare pantaloni adatti a sopportare le dure condizioni di lavoro.

Il primo jeans, brevettato nel 1873, era caratterizzato da rivetti in rame per rinforzare i punti di maggiore tensione, come le tasche. Questi pantaloni, noti come “waist overalls” divennero rapidamente popolari tra i minatori, i cowboy e i lavoratori delle ferrovie. Il denim blu, tintura ottenuta dall’indaco, divenne la caratteristica distintiva di questi pantaloni.

Durante la prima metà del XX secolo, i jeans iniziarono a diffondersi oltre il loro utilizzo originario, per esempio vennero distribuiti anche ai soldati americani come parte dell’uniforme. Dopo la guerra, i jeans rappresentavano la cultura giovanile, grazie al legame con figure iconiche come James Dean e Marlon Brando. Negli anni ’50 e ’60, con l’arrivo del Rock ‘n’ Roll si consacrarono definitivamente ad emblema della libertà e della controcultura. Dagli anni Settanta in poi si diversificarono ulteriormente. Furono introdotti nuovi stili, come i jeans a zampa d’elefante, caratterizzati da una forma che si allargava dal ginocchio in giù: l’immagine dello stile hippie. La stessa epoca vide l’introduzione di lavaggi diversi, come il “stone washed”, che gli dava un aspetto più consumato e vissuto. Ogni decennio della storia fu segnato da un cambiamento del jeans.  È il 1980 quando marchi come Calvin Klein e Guess li portarono dalle strade alle passerelle. Erano ormai "haute couture", indossati da diverse celebrità dello show-business. Un esempio da ricordare è la campagna pubblicitaria di Calvin Klein con una giovanissima Brooke Shields che dichiarava: “Quando guadagno dei soldi, compro dei Calvin. Se ne avanzano, pago l'affitto». Arrivarono poi i mitici anni Novanta, spazio dunque a modelli larghi e baggy, influenzati dall’hip-hop, e a quelli strappati influenzati invece dal grunge dei Nirvana.

Con il nuovo millennio le trasformazioni non ebbero mai fine: jeans boyfriend, mom, high-waisted, cargo. Tra le aziende italiane, Diesel e la veronese Carrera Jeans (che nel 2023 è stata inserita nei marchi storici d’Italia e nel 2025 compirà 60 anni) costruirono un impero e Calvin Klein tornò a decretare il suo primato in spot memorabili con una giovanissima e chiacchieratissima Kate Moss

Oggi, i jeans sono il capo di abbigliamento globale più diffuso, indossato da persone di tutte le età e culture. La loro versatilità li rende adatti a qualsiasi occasione, dal casual al formale, con la t-shirt o il blazer. Il loro impatto sulla cultura è innegabile, e la loro evoluzione continua a riflettere i cambiamenti della società.

Sara Avesani