Food & Wine | 18 settembre 2024, 09:30

Dal filare al vino: l’inclusione lavorativa passa dalla vigna

Dal filare al vino: l’inclusione lavorativa passa dalla vigna

Il lavoro, come affermava qualcuno, nobilita l'essere umano. Indubbiamente, esso conferisce dignità, costituisce un pilastro essenziale per l'autostima, favorisce l'integrazione sociale e stimola lo sviluppo personale. È attraverso il lavoro che possiamo contribuire a edificare una società più inclusiva ed equa, capace di offrire davvero a tutti reali opportunità. Una convinzione che si realizza concretamente tra le mura dell’Osteria Mangiabottoni e dello Stravagante Hostel, realtà parte di AIAS (Associazione Italiana Assistenza Spastici), dove ogni barriera, fisica e culturale, tra abilità e disabilità nel lavoro viene quotidianamente abbattuta, gli stereotipi sfidati e vinti, le diversità valorizzate. 

Oggi  sono  34  i  ragazzi  e  le  ragazze  con  disabilità,  prevalentemente  intellettiva  e  autismo,  poco  più  che  ventenni, supervisionati al lavoro da educatori e dal personale della cooperativa sociale che in Osteria e in Ostello, realtà avviate nel 2019,  si impegnano come cuochi, baristi, addetti di sala, addetti alle pulizie e alla reception. 

Un modello di inserimento lavorativo che non è passato inosservato e che oggi è pronto ad ampliarsi ulteriormente. Nasce da un incontro di sognatori il progetto “Dal filare al vino”, che porterà giovani ragazze e ragazzi con disabilità ad apprendere nuove competenze lavorative. Da una parte Marinella Camerani, vignaiola con 40 anni di esperienza in quel di Corte Sant’Alda a Mezzane di Sotto, dall’altra Emanuele Germiniasi, direttore della Cooperativa Sociale L’Officina dell’Aias di Verona.

Prenderà vita un progetto sperimentale nel quale L’Azienda Agricola Camerani accoglierà a Podere Castagnè le persone con disabilità e i loro assistenti personali per coinvolgerli nell’attività di vendemmia e nelle operazioni di cantina, elargendo anche una liberalità a riprova di quanto crede nel complessivo progetto di inserimento lavorativo in ambiti normalizzanti che la cooperativa persegue da venti anni. Dal lavoro della terra nascerà il vino “Mangiabottoni”, che sarà venduto dall’azienda e servito in Osteria. «La nostra  speranza e il nostro obiettivo - ha dichiarato Germiniasi - sono che la cooperativa, al crescere dell’interesse e  delle competenze delle persone con disabilità anche in ambito vitivinicolo, possa in futuro aumentare la loro presenza in azienda e progettare un vero e proprio laboratorio occupazionale di inserimento lavorativo». 

Il luogo destinato a essere casa del progetto è Podere Castagnè «una corte di campagna, un vigneto, un bosco, lì dormiente che aspetta di essere scoperto e vissuto nella sua interezza con persone, animali e piante nell’orto» commenta Camerani. Tutti  assieme, i lavoratori dell’azienda ei ragazzi dell'Officina dell’Aias si occuperanno dei primi 20 filari della proprietà, circa mezzo ettaro di Corvina e Rondinella lungo la strada che porta a Moruri, contrassegnati da piccoli stendardi colorati. «Faremo un vino insieme e solo a primavera inoltrata  andrà  in  bottiglia. Potrebbe  essere  un  Valpolicella  a  denominazione  di  origine controllata o un vino a indicazione geografica protetta: decideremo assieme dopo aver assaggiato cosa ci dona qui la vigna. Tuttavia, come è scritto nella convenzione con L’Officina dell’Aias, per i ragazzi si tratta di un esperimento, di un tentativo importante per dare spazio alle diverse personalità. E da qui iniziano anche i sogni: a Podere Castagnè il grande salone potrebbe diventare un laboratorio, una  piccola biblioteca, un ristoro e le stanze un luogo di pernotto per viandanti. Un progetto lungo tante vite, senza fretta, dove gli obiettivi sono il benessere di tutti noi. Un progetto che interpreta a pieno il motto preso a prestito dal poeta spagnolo Antonio Machado in questi 40 anni di Azienda Agricola Camerani: “È camminando che si fa il cammino”». 

Camilla Faccini